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«STA diventando una cosa ridicola.

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Paolo Cirino Pomicino, ex ministro del Bilancio e tra i fondatori dell'Udc («anche se se sono sempre più lontano», puntualizza subito), attacca tutti. Onorevole, che cosa ne pensa di questa verifica? «Se si chiede una verifica per una nuova linea di governo, bisogna specificarla e dettagliarla». E non è stato fatto? An e Udc hanno chiesto delle nuove priorità, non crede? «No, mi risulta alcuna richiesta programmatica. Anzi, hanno osservato su questo terreno silenzi imbarazzanti e hanno smentito ipocritamente le richieste di potere». Perché ipocriti e silenti? «Un po' ipocriti perché delle questioni di potere tutti hanno fatto finta di non esserne interessati. Un po' silenti perché delle questioni politiche vere non se n'è mai parlato». A quali si riferisce? «Guardi, nella cosiddetta Prima Repubblica le verifiche di governo si facevano sulle questioni vere, per esempio la scala mobile. Nell'89 il governo De Mita cadde sull'estensione del ticket anche per i ricoveri ospedalieri e nel '91 la verifica riguardò la riforma delle pensioni. Oggi di che cosa stanno parlando?». Ce l'ha anche con l'Udc? «Non ce l'ho con nessuno ma certamente mi addoloro se gli amici democristiani sbagliano». Quali sono stati gli errori? «Senta, sono state approvati negli ultimi mesi quattro provvedimenti fondamentali: la riforma costituzionale, la Manovra economica, la riforma delle pensioni, la Gasparri sul sistema radio-tv. Allora mi chiedo: dopo aver approvato questi testi, come si fa a chiedere la verifica? Non ha senso». Berlusconi promette collegialità. Cambiera qualcosa? «Ma per piacere. Davvero non capisco. Esiste un organo nel quale si concretizza la collegalità di governo: il Consiglio dei ministri. Se hanno qualcosa in contrario, i provvedimenti si possono bocciare, si può votare contro, si può chiedere il rinvio... È quella la sede, perché crearne altre?». Ora il dipartimento economico di Palazzo Chigi avrà un paggior peso nelle scelte anche di Tremonti... «Ne dubito perché anche l'ultima Finanziaria fu scritta a sei mani. Quelle di Tremonti, Buttiglione e Alemanno». È stato sbagliato chiedere la verifica? «Doveva andare in crisi il governo, è andata in crisi la verifica. Si sono infilati in una situazione che è semplicemente ridicola». E come se ne esce? «Berlusconi ha solo un modo. Si presenti in Parlamento con un documento che fissa le nuove priorità e chieda su quel documento il voto della sua maggioranza». Un testo di 4, 5 pagine? «Mi accontenterei anche di meno». E se così non fosse? «E allora sarà meglio parlare di donne e cavalli» F. D. O.

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