Scompare il magistrato Abbate riparte la corsa alla procura di Roma
La morte di Nino Abbate, 66 anni, sostituto procuratore generale presso la Cassazione ed ex presidente dell'Anm, uno dei principali nomi come prossimo procuratore capo della Repubblica di Roma, ha suscitato molta commozione nel mondo della magistratura. Abbate, stroncato la scorsa notte da un infarto è stato ricordato con «straziante dolore per l'improvvisa scomparsa» dai colleghi di Unità per la Costituzione, la corrente della magistratura di cui è stato fondatore. «Da lui - hanno affermato Ettore Ferrara e Fabio Roia, presidente e segretario generale di Unicost - noi tutti abbiamo tratto modelli di comportamento ed esempi di vita». Commozione anche nelle parole del presidente dell' Associazione Nazionale Magistrati, Edmondo Bruti Liberati, che ne ha ricordato «la prestigiosa carriera giudiziaria e lo straordinario impegno prestato per tanti anni nell'Anm». Un contributo - ha aggiunto Bruti Liberati - «che rimane nella storia dell'Anm». Abbate, commemorato durante una udienza in corte d'assise d'appello è stato ricordato dal procuratore generale, Antonio Marini, che ne ha sottolineato la «grande perdita per tutta la magistratura». Dolore anche nelle parole del procuratore reggente della repubblica di Roma, Ettore Torri, per il quale Abbate «ottimo magistrato, sarebbe stato un eccellente procuratore». Anche per il procuratore aggiunto di Roma, Maria Cordova, la notizia della morte di Abbate è stato un duro colpo. «Un magistrato preparato, corretto, coraggioso e per nulla esibizionista -ricorda Maria Cordova- sarebbe stata la persona più idonea a ricoprire il ruolo di procuratore della Repubblica nella capitale, ero contenta all'idea di vederlo a piazzale Clodio perchè, finalmente, sarebbe arrivato un magistrato che aveva sempre fatto il magistrato». Proprio all' inizio di febbraio la nomina del nuovo procuratore della capitale aveva provocato una spaccatura nel Csm. Dopo aver tentato per ore di trovare una soluzione unitaria, la Commissione sugli incarichi direttivi aveva licenziato una proposta con due nomi, rimettendo di fatto la scelta al plenum. La maggioranza dei voti (quattro) era andata ad Abbate, sostenuto da Unicost, Magistratura Indipendente e dai laici della Cdl. Due, invece, i consensi per Giovanni Ferrara, presidente della sezione gip al tribunale di Roma, espressi dai consiglieri di magistratura democratica e del Movimento per la Giustizia. Ma le doti professionali ed umane di Nino Abbate non hanno lasciato il segno soltanto nei suoi colleghi, anche il sindaco di Roma Walter Veltroni e il presidente della Regione Lazio, Francesco Storace hanno espresso il loro cordoglio.