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Riforme, la Cdl apre a sorpresa all'Ulivo

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La maggioranza ha infatti prima invitato il centrosinistra a esprimersi in aula sulla delicata questione del futuro Senato federale, annunciando alla fine, con il relatore Francesco D'Onofrio un possibile nuovo emendamento in modo da giungere a una «soluzione condivisa». Percorso questo che permette allo stesso centrodestra di uscire dall'impasse in cui si era trovato. Al centro del dibattito c'è sempre l'articolo 3 delle riforme, finora accantonato dall'aula del Senato, che riguarda la composizione del futuro Senato federale. Ieri una riunione dei saggi della Cdl con il ministro Bossi non è riuscita «a trovare la quadra», per usare le parole del leader del Carroccio. Il relatore Francesco D'Onofrio aveva presentato la scorsa settimana un emendamento, fortemente voluto dalla Lega, che recepiva un accordo dei «saggi» e che prevede l'abrogazione della durata di legislatura per il Senato: i senatori di ciascuna regione vengono eletti contestualmente ai rispettivi Consigli Regionali. «Un compromesso», come lo ha definito Bossi, tra quanti vorrebbero un Senato sul modello di quello attuale, e quanti vorrebbero un «Bundesrat» alla tedesca, con la presenza dei rappresentanti delle giunte degli enti locali. Sia nella riunione dei saggi della Cdl che in quella dell'Udc è emersa una nuova posizione: far esprimere anche il centrosinistra, nelle cui file diversi senatori (Valter Vitali, Enrico Morando) si sono espressi a favore dell'emendamento D'Onofrio.

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