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Chiariti i limiti per l'uso delle tecniche di assistenza. Vietate clonazione e sperimentazione

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«Sì» definitivo alla Camera con le sinistre contrarie e i radicali e Di Pietro che agitano il referendum Approvata la legge sulla fecondazione

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Il voto, che si è svolto a scrutinio segreto su richiesta dei Ds, ha visto 277 e 222 «no», mentre tre deputati si sono astenuti. Hanno votato a favore del provvedimento Forza Italia, Alleanza Nazionale, Udc, Udeur e Lega. Si sono opposti i Ds, il Prc, i Verdi, il Pdci, lo Sdi, il Nuovo Psi ed il Pri. La Margherita, che aveva lasciato libertà di coscienza ai suoi deputati, ha votato in modo non uniforme. Il ricorso alla fecondazione assistita è consentito solo se accertata l'impossibilità di rimuovere altrimenti le cause che impediscono la procreazione, ed è circoscritto ai casi di sterilità o di infertilità inspiegata o accertata. Potranno avvalersi di queste tecniche solo le coppie formate da persone maggiorenni di sesso diverso, sposate o conviventi, in età potenzialmente fertile ed entrambe viventi. La donna può revocare il proprio sì al trattamento solo «fino al momento della fecondazione dell'ovulo». Dopo si deve procedere al trasferimento dell'embrione in utero. I bambini che verranno alla luce con queste tecniche saranno figli legittimi della coppia o acquisiranno lo status di figli riconosciuti della madre o della coppia stessa. Gli interventi potranno essere eseguiti solo in strutture pubbliche o private autorizzate. Si vieta la sperimentazione sugli embrioni e il loro congelamento. È possibile produrre non più di tre embrioni per volta, il numero necessario a un unico e contemporaneo impianto. Vietata qualsiasi tecnica che possa predeterminare o alterare il patrimonio genetico dell'embrione. Sono previste sanzioni amministrative e penali per chi non rispetterà le norme. Lo specialista dovrà pagare una multa da 300.000 a 600.000 euro se utilizza gameti estranei alla coppia, da 200.000 a 400.000 se pratica la fecondazione assistita a un single, un minorenne o coppie dello stesso sesso. Se la struttura non è autorizzata, la sanzione può arrivare a 300.000 euro. Il commercio di embrioni o gameti viene punito con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e con multe da 600.000 a un milione di euro, i tentativi di clonazione con la reclusione da 10 a 20 anni e fino a un milione di euro. Su questa legge c'è stata dura polemica. Oltre ai radicali che hanno condotto una campagna contraria sostenendo che il provvedimento è liberticida e agitando l'arma di un referendum abrogativo (sulla stessa linea Di Pietro), tutta la sinistra si è schierata contro. Marida Bolognesi (Ds) dice che la legge danneggia le donne, lo stesso leader della Quercia Piero Fassino parla di «legge incivile a danno delle coppie e delle donne», per Villetti (Sdi) si tratta di una «misura arretrata», la on. Moroni del Nuovo Psi sostiene che le nuove norme pongono «i presupposti per l'attacco alla legge sull'aborto». Quanto alla Margherita, ai deputati del gruppo è stata lasciata libertà di voto in modo da non creare contrasti palesi fra le componenti laiche del partito e quelle provenienti dall'ex Ppi. Il ministro per le Pari opportunità Stefania Prestigiacomo dice che «questa legge non è l'anticamera di una modifica della 194 in senso restrittivo; e che ove, come credo, questa legge sarà di difficile applicazione si interverrà per modificarla». Il capogruppo dell'Udc alla Camera Luca Volonté afferma che è finito il «Far West della fecondazione in Italia» e che la legge è «seria, europea e rispettosa dei diritti del nascituro e dei genitori». Il senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile di An per le politiche della famiglia, commenta che «di fronte alle continue mistificazioni propagandistiche, va sgombrato il campo dagli equivoci alimentati ad arte: è falso che, con questa legge, la donna sarebbe obbligata a ricevere l'impianto in utero di un embrione malato». Nuccio Cusumano, capogruppo dei deputati di Alleanza popolare-Udeur, annunciando il voto favorevole sottolinea che la nuova norma ha l'obiettivo «di difendere comunque e dovunque la vita umana». Angelo Sanza, responsabile dei rapporti con le istituzioni di

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