D'ALEMA (DS): L'ULIVO NON È UNA MUTUA
Nel centrosinistra si litiga sul simbolo
I leader delle forze dell'Ulivo che alle europee non correranno con la lista unitaria patrocinata dal presidente della Commissione europea, chiedono infatti un incontro per giovedì prossimo con Piero Fassino, Francesco Rutelli, Enrico Boselli e Luciana Sbarbati per «chiarire definitivamente» la vicenda. Tuttavia «il problema non è più solo il simbolo -avverte il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, al termine di una riunione con Achille Occhetto, Antonio Di Pietro, Marco Rizzo del Pdci e Mauro Fabris dell'Ap-Udeur- ma il metodo con cui dobbiamo fare una campagna elettorale unitaria per le europee. Scelte unilaterali, invece, rischiano di aumentare le divisioni, mentre vogliamo l'esatto contrario». Dunque la necessità di un incontro «per la definizione di metodi comuni su tutto: simbolo, presenza di Prodi alle iniziative e alle manifestazioni, visto che è il candidato premier di tutti». Secondo l'esponente del Sole che ride dunque «bisogna decidere insieme quante e quali iniziative unitarie fare, perchè non vorremmo che soprendentemente, chi oggi dice che serve una lista unitaria non pensi poi a una campagna elettorale unitaria». Gli ha fatto eco Achille Occhetto: «C'è una scelta unilaterale finalizzata a fare della lista unitaria riformista la prova generale della formazione di un partito che, però, alla fine determina la scomparsa dalla scena politica italiana dell'Ulivo. Speriamo che questo non avvenga». A difendere la scelta separata della coalizione riformista, arriva il segretario della Quercia, Piero Fassino per il quale il nome e il simbolo scelti dai promotori della lista unitaria alle elezioni europee è «rispettoso del pluralismo dell'alleanza». «Non capisco l'obiezione dei nostri alleati che hanno legittimamente deciso di andare da soli e con il loro simbolo alle elezioni europee. Trovo curiose - sottolinea il leader della Quercia- le polemiche di queste ore. Credo sia giunto il tempo di smetterla e che tutti quelli che ci attaccano ritengano prioritario polemizzare con Berlusconi anzichè con noi». Duro il commento di D'Alema. «Trovo questa polemica sul simbolo con cui presentarsi alle elezioni europee frutto di un atteggiamento incomprensibile, litigioso e immotivato», dice il presidente dei Ds. D'Alema, rivolto a Verdi, Comunisti italiani e Udeur avverte che «l'Ulivo non è una mutua. Non è una risorsa -dice- da cui attingere senza però sacrificare nulla».