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Bufera nell'Anm, Fucci rimette il mandato

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Casini ai magistrati: «No al muro contro muro». Rognoni (Csm) spera nel dialogo e nel confronto

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Il segretario dell'Anm Carlo Fucci ha rimesso il mandato nelle mani della sua corrente, Unità per la Costituzione, dopo aver suscitato un urgano di polemiche con le sue dichiarazioni pronunciate nel corso del congresso dell'Anm: «...Con la riforma giudiziaria c'è rischio di deriva fascista». Parole che non sono piaciute a nessuno, o quasi. La decisione di rimettere il mandato è stata annunciata ieri dal segretario di Unità per la Costituzione Fabio Roia, in cui si dice che la scelta è stata compiuta per «forte senso istituzionale». Le dimissioni di Fucci saranno però discusse il 13 marzo dal parlamentino dell'Anm, cioé dopo gli scioperi. Sino a quella data dunque Fucci resterà in carica. A difendere Fucci resta solo Antonio Di Pietro: «Rinnovo tutta la mia solidarietà a Fucci e mi auguro che Unicost respinga le sue dimissioni». Con tutta probabilità, la decisione delle dimissioni di Fucci sono maturate dopo l'incontro di ieri tra il vicepresidente del Csm Rognoni e il presidente della Camera Casini a Gerenzago. Parlare di «deriva fascista» dello Stato significa «aver perso il senso della realtà». Perchè non è solo «improprio e autolesionista», ma significa soprattutto «avvitare il Paese in uno scontro all'arma bianca da cui nessuno trarrà dei vantaggi»: in questi termini il Presidente della Camera, Pierferdinando Casini, aveva commentato le dichiarazioni di Fucci. In visita a Varese Casini ha voluto incentrare sul tema giustizia il nucleo del suo intervento. Riferendosi a Fucci Casini ha sottolineato che «evocare il fascismo con quello che ne consegue è del tutto improprio». Non solo: è anche «autolesionista per gli interessi degli stessi magistrati che si intende tutelare». «Spesse volte - ha detto Casini - ci si lamenta del degrado del dibattito politico. Io non vivo sulla luna. Vorrei soddisfare gli appelli che vengono rivolti in proposito anche ai presidenti delle camere per addivenire anche in materia di giustizia a soluzioni condivise per evitare il muro contro muro». È alla luce di questa riflessione che Casini ha espresso «un rammarico forte» anche per la decisione dei magistrati di proclamare uno sciopero. Anche secondo Rognoni «lo sciopero è un evento che deve essere scongiurato». Il vicepresidente del Csm sottolinea poi che «occorre che tutte le parti giochino con discernimento la loro partita» ribadendo inoltre «la necessità del dialogo e del confronto». A giudicare «sbagliati» lo sciopero dell'Anm e la frase di Fucci è anche Luciano Violante capogruppo Ds alla Camera, per il quale «la giustizia non si identifica con l'apparato giudiziario. Per avere una giustizia migliore occorrerebbe un progetto chiaro e moderno di questi equilibri. Ma il gruppo dirigente della Casa delle Libertà non ha un progetto di questo genere».

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