In silenzio i big, ma non gli ultrà

In silenzio anche i grafomani, quelli pronti a scrivere una dichiarazione per qualunque circostanza. Parlano gli utrà del centrosinistra sulle parole del segretario dell'Anm Carlo Fucci che ha detto, a proposito della riforma dell'ordinamento giudiziario in discussione in Parlamento: «Siamo alla deriva fascista». L'Anm «ha lanciato un grido d'allarme» ma «il governo non sente: non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire», afferma Gianfranco Pagliarulo (Pdci) secondo il quale «non si può fare nessuna riforma della giustizia nel clima di offesa e di insulto costante e consapevole verso i magistrati da parte degli uomini di governo e in particolare del Presidente del Consiglio». «L'Anm - ha proseguito Pagliarulo - ha pienamente ragione. Legislativo e giurisdizionale sono poteri che si devono reciprocamente rispettare nell'ambito della loro autonomia. Ciò che è intollerabile è il tentativo del terzo potere, l'esecutivo, cioè il governo, di subordinare la magistratura, e della maggioranza di comandare in Parlamento, relegando l'opposizione al ruolo di notaio di decisioni già assunte sempre e comunque dalla maggioranza». Paolo Cento (Verdi) invece se la prende con le proteste del centrodestra: «La reazione di Schifani e Bondi, Fragalà e Pecorella, come degli altri esponenti del Centrodestra, all'intervento del segretario dell'Anm, Carlo Fucci, sono deliranti e creano le condizioni di uno scontro istituzionale che non giova alla serenità del rapporto tra politica e giustizia». Il deputato che è anche vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, aggiunge: «D'altra parte le accuse fatte da Fucci sulla deriva fascista di alcune delle riforme presentate dal Centrodestra compresa quella sull'ordinamento giudiziario sono pienamente condivisibili e segnalano un malcontento diffuso in ampi strati dell'opinione pubblica oltre che della magistratura», dice Paolo Cento.