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I Ds si sono fatti condonare da Tremonti

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Prima di farsi scontare dalle banche il debito, la Beta aderisce al tombale su tutte le imposte

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I Ds di Piero Fassino però, è questa la novità, ben lungi dall'avere risolto la propria drammatica situazione finanziaria, il condono l'hanno chiesto anche a Giulio Tremonti. È la novità che emerge dall'ultimo bilancio pre-liquidazione della Beta immobiliare spa, la scatola con cui la direzione nazionale Ds e le federazioni locali del partito avevano provato a diluire il peso dei debiti passati (dalle disavventure dell'Unità a quelle più propriamente politiche). Nella relazione l'ultimo consiglio di amministrazione della società, insediatosi nel febbraio 2003 alla vigilia della liquidazione «si è avvalso della facoltà di effettuare il condono tombale sia per il settore delle imposte dirette che per il settore dell'Iva ai sensi dell'articolo 9, legge 289/2002. Si è proceduto inoltre a condonare una vertenza con il fisco per imposte di registro, con una pretesa erariale di oltre 2.324.000 euro, definendo tale richiesta nella misura del 30% della pretesa stessa. Si è provveduto altresì a condonare gli omessi versamenti relativi agli anni 2000/2001. Al fine dell'adesione alle tipologie di condono sopra menzionate, si è proceduto al versamento della prima rata pari a euro 6 mila per il tombale, euro 12 mila per omessi versamenti anni 2000/2001 oltre ad euro 58.100 per la vertenza delle imposte di registro». Dunque, dopo avere attaccato in ogni modo in Parlamento il condono di Tremonti, i Ds lo hanno sfruttato per se stessi a fino in fondo, condando ogni tipologia possibile di marachella fiscale compiuta negli ultimi anni. Il bilancio è stato depositato ai primi di febbraio al registro informatico delle Camere di commercio, e i riporta i drammatici dati che hanno preceduto il parziale salvataggio a sconto da parte della Tosinvest. L'ultimo anno di gestione della Beta immobiliare si era infatti chiuso con una perdita di 51.519.713 euro. Si registravano rate di mutui ipotecari scadute e non pagate per 20 milioni di euro, altri debiti con il sistema bancario per 110 milioni di euro e posizioni debitorie con terzi per 18 milioni di euro. Un macigno che alla fine pesava per circa 142 milioni di euro, in gran parte accollato al sistema bancario italiano: 16,7 milioni erano i debiti con banche scadenti al 31 dicembre 2003, altri 114,5 milioni i debiti con istituti di credito le cui rate sarebbero state in scadenza fra il 1° gennaio 2004 e il 31 dicembre 2006. Come non bastassero i guai fin qui elencati, la Beta immobiliare è stata scostretta a svalutare crediti per 40,7 milioni di euro. La gran parte (38,3 milioni) nei confronti dei Ds, che non avrebbero mai pagato «per le note difficoltà di esazione dello stesso e sulla base dei loro dati di bilancio come pubblicati dai quotidiani». Decisione, questa, criticata dal collegio sindacale, che rimarca come prima di rinunciare a quel credito infatti la Beta avrebbe dovuto proporre «atti esecutivi, a tutela del credito stesso, verso tali debitori».

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