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Mazzella sulla trattativa «Silenzio del governo varrà come assenso»

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Se le risposte non vengono date nei tempi prefissati, si ritiene che possano valere come silenzio assenso». Sono queste le modifiche che il Ministro della Funzione pubblica Luigi Mazzella ha in mente per velocizzare la nuova tornata di trattative per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione davanti all'Aran. Sono contenute - ha spiegato Mazzella a margine dell' inaugurazione a Bologna dell'anno accademico della Scuola di specializzazione in studi amministrativi - in una normativa stralcio rispetto al progetto di legge per la riforma della dirigenza statale «che stiamo valutando con i sindacati». «Stiamo pensando anche ad una diversa distribuzione dei comparti della Pubblica amministrazione, anche per ampliarli. Secondo me - ha proseguito il ministro - l'esigenza di ammodernare i meccanismi di contrattazione davanti all'Aran ha una assoluta priorità. Non vorrei che si ripetesse per questo contratto quello che si è verificato per il contratto precedente con una trattativa che è durata tanti mesi. Prima bisognava pensare ai ministeriali, poi alla scuola, poi agli enti locali, poi alla sanità e via discorrendo. Io vorrei - ha ribadito - che il sistema potesse prevedere la possibilità dell' avvio simultaneo delle varie trattative». E il ministro della funzione pubblica parla di «risorse inadeguate» per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. «Io ho posto questo problema all' attenzione del Presidente del Consiglio. Anche se i dati relativi all'inflazione reale migliorano - precisa il ministro - è chiaro che un certo divario fra inflazione programmata ed inflazione reale si registra e questo fa pensare ad una insufficienza dei fondi. Però per poter dire la parola definitiva su questo argomento - osserva ancora Mazzella - dobbiamo aspettare l'avvio della trattative con i sindacati, la formalizzazione di quella richiesta di un aumento dell' 8% che è puramente indicativa anche perchè non tiene conto che una parte destinata alla produttività è già stata attribuita ad aumento del salario reale». «Bisogna fare un pò di conti - conclude il ministro - prima che si inizino le trattative in maniera formale. Possiamo parlare di una generica inadeguatezza dei fondi, ma non possiamo andare al di là di questo». Per i Cobas i risultati sono nettamente negativi. I nuovi contratti del pubblico impiego «sono stati esattamente l'opposto rispetto alle esigenze di massa», con «un adeguamento salariale al di sotto addirittura dell'inflazione programmata», criticano i Cobas che in una nota parlano di «deriva dei contratti pubblici». La tornata contrattuale, afferma il sindacato «doveva essere un'occasione per i lavoratori per un recupero salariale consistente.

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