Ulivo, tensione su simbolo e Iraq D'Alema frena sulle candidature
Dei tre nodi sul tappeto, tutti di forte significato politico, si parlerà domenica sera con Romano Prodi che riunirà attorno a sè a piazza S.Apostoli Piero Fassino, Massimo D'Alema, Arturo Parisi, Francesco Rutelli, Enrico Boselli e Luciana Sbarbati. La questione del simbolo ha animato il dibattito nell'Ulivo con i partiti minori, Pdci e Verdi, lista Di Pietro-Occhetto, compatti nel chiedere un vertice dei segretari dell'Ulivo per prevenire lo «scippo» del simbolo. Toni accesi nelle dichiarazioni di Pecoraro Scanio e Occhetto, mentre Rizzo del Pdci arriva ad evocare azioni legali in difesa di quello che dovrebbe essere un patrimonio comune. Ma la posizione del «listone» è all'insegna del fair play, anche se è sorto un piccolo «giallo» su una lettera che i 4 segretari avrebbero firmato per respingere le accuse al mittente. Il problema però è che, nei primi bozzetti del simbolo della lista Prodi che circolano, la parola Ulivo campeggia sotto il ramoscello, dando la netta impressione che sia lo stesso simbolo usato dall'Ulivo alle politiche. Da qui le polemiche, che potrebbero indurre i maggiorenti del «listone» a non usare la parola Ulivo tenendo però ben in vista il ramoscello, sotto scritte del tipo, «Insieme nell'ulivo» collocata in alto, con il richiamo «per l'Europa» al centro. Insomma, le ipotesi si sprecano e tra queste c'è pure la proposta di Enrico Boselli che, tagliando corto, battezzerebbe la lista unitaria Lista Prodi. Ma anche in quel caso, scoppierebbe lo stesso una grana perchè Prodi - come dice spesso Pecoraro Scanio - «non deve ridursi ad essere leader di una parte, ma di tutto l'Ulivo». Sull'Iraq la situazione, se possibile, è ancora più complessa: la sinistra Ds, i Verdi e il Pdci si scagliano contro l'ipotesi evocata da organi di stampa di un voto bipartisan. Sondando gli ambienti della lista Prodi sul tema delle candidature cala invece una coltre di nebbia: ufficialmente non se ne sta parlando, anche se nelle chiacchiere informali si fanno sempre gli stessi nomi di personaggi della cultura e della Tv, come ad esempio Michele Santoro. D'altronde pochi giorni fa, Massimo D'Alema rispondeva: «Ci sono mesi di tempo, prenderemo una decisione magari il 25 aprile...» .