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Sfogo di Berlusconi contro l'Udc

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Legge elettorale, lista unica del centro destra per l'europee. Tutti da Silvio Berlusconi ieri mattina. Ma che l'incontro non fosse quello classico fra esperti di astuzie elettorali si è capito dopo poche manciate di minuti. Quando il premier ha rilanciato l'ipotesi di cancellare la legge sulla par condicio. «Non so se possiamo permetterci anche questa concessione», ha sostenuto il presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione. Subito fermato dal premier: «Che cosa volete permettere o concedere, voi? È mai possibile che non ci sia una sola cosa su cui siete d'accordo?». E giù una requisitoria che di tecnico aveva ben poco. Tutta puntata sull'alleato che gli sta mettendo sempre più i bastoni fra le ruote: quell'Udc di cui anche il premier fatica a comprendere geometrie e leadership. Berlusconi ha perso la pazienza. E ha avvertito gli astanti fin dal primo momento: «Guardate che se voi pensate di farmi bollire, io faccio bollire prima voi». Un diluvio vero e proprio, diligentemente annotato nel taccuino di uno dei numerosi partecipanti all'incontro. Sì, il bollito evocava la recente intervista di Umberto Bossi, ma non era riferito alla Lega Nord. Anzi, «di Umberto mi fido,è l'unico che mi vuole bene. Anche perchè ho dedicato più cene a lui che a mia moglie, e voi sapete che sacrificio è....», ha scherzato Berlusconi. Umore nero, tanto da avere esordito: «non mi fate incazzare, che già questa notte ho dormito male». Aggiungendo, per non sembrare troppo brusco: «Sapete, sto vivendo una sorta di sdoppiamento della personalità. C'è il Berlusconi che si incazza. E c'è l'altro Berlusconi che lo guarda con ironia e gli dice: "ma chi te lo fa fare di incazzarti così?"». Sì, Berlusconi furioso. Ma non con Alleanza Nazionale. Con Ignazio La Russa (vedasi a pag. 2) il premier ha messo in scena un delizioso siparietto sulla musica. A Domenico Nania, che aveva iniziato l'intervento con un pomposo: «signor Presidente, le...», ha sorriso come solo Berlusconi sa fare: «Domenico, ma non ci davamo del tu?». Solo con il presidente di An, nonchè suo vicepremier, qualche ruggine ieri mattina è emersa. Prima di tutto, annota il partecipante improvvisatosi cronista, perchè è sempre stato citato con il cognome: «Fini», e mai con il tradizionale, affettuoso, «Gianfranco». Poi perchè quando il vicepremier ha preso la parola, chiedendo nella nuova legge elettorale per le europee «norme sull'incompatibilità, altrimenti con la legge attuale non mi candido», Berlusconi ha tagliato corto: «fate pure, io mi candido. E a tutte le nostre liste servono candidati di bandiera». E ancora, a Fini è toccato sbattere la testa contro il muro quando ha chiesto l'introduzione di una soglia di sbarramento che sarebbe stata utile a bloccare sul nascere le nuove ambizioni politiche di Alessandra Mussolini. Il leghista Roberto Calderoli ha tagliato secco: «se ne volete discutere io me ne vado», sono insorti anche i repubblicani e Berlusconi ha chiuso sul nascere il dibattito. E alla fine anche La Russa e Nania hanno convenuto. Era davvero irritato, ieri, il Cavaliere. Giù staffilate ogni volta che ha aperto bocca Buttiglione. «Ma che volete ancora? Vi ho dato 70 parlamentari, dieci volte in più di quello che valete con le vostre percentuali elettorali. E poi avete anche il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, che si comporta da personalità istituzionale. Ma è lui il vostro vero capo, non altri. E io non posso stare a discutere sempre tutto con tutti...». Udc nel mirino anche per un semplice gesto. Come quando il capogruppo alla Camera, Luca Volontè, ha scosso la testa durante la lunga requisitoria del premier. «È inutile che scuoti la testa», lo ha subito rimbrottato Berlusconi, facendo capire di essere largamente stufo delle continue punture di spillo dei centristi. E ancora: «La verità è che forse mi sono sbagliato, sono stato troppo generoso in passato. Ma io sono uomo responsabile, e penso che in questo momento la cosa più importante è salvare il paese dalla sinistra. Dobbiamo imp

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