di GIULIA CERASOLI QUELLA che, apparentemente, rischia di più attualmente è la presidente Lucia Annunziata.
Non c'è palazzo più influenzato dalla politica del palazzo di viale Mazzini. Lo sanno proprio tutti, anche quelli che fanno finta di star lì per caso o solo per meriti preofessionali. E in questo momento di vigilia elettorale la presidente «di garanzia», Lucia Annunziata, spinta a forza dall'opposizione a questo attacco frontale che mette in crisi la Rai in un momento di stop alla Gasparri, se l'è presa con i consiglieri, al punto che potrebbe venir sostituita martedì prossimo. Il consigliere Francesco Alberoni, ad esempio, afferma: «Noi l'abbiamo eletta e noi le toglieremo l'incarico. Non possiamo dimetterci, perché non cambierebbe nulla fino al prossimo anno, invece dobbiamo fare un'altra cosa, sostituirla...». E mentre il presidente della Vigilanza Claudio Petruccioli, precisa che lo «statuto della Rai non prevede la revoca del presidente» e che in un momento simile ci sarebbe una sorta di «vuoto di potere», il consigliere Marcello Veneziani ammette che «per ricucire c'è un solo modo, che chi ha strappato ammetta di aver strappato in modo sbagliato». Quanto all'ipotesi avanzata da Alberoni di «sostituire la presidente»: «Per quanto ne so io - dice - credo che quello che è tecnicamente possibile per noi è sfiduciare formalmente la presidente e quindi dimetterla dal suo ruolo». Ma di deciso non c'è nulla, ribadisce, «si valuterà al momento opportuno». Cioè martedì, visto che la presidente fino a lunedì sarà in Egitto. Il consigliere centrista Giorgio Rumi è però l'unico contrario alla «sostituzione». «Non possiamo cambiare il presidente come si cambia la cravatta», afferma e sottolinea la necessità di «fare tutti un passo indietro». Anche Rumi chiama in causa la Gasparri e il fatto che il suo stop, dovrebbe spingere tutti «ad una assumersi le proprie responsabilità». Con l'Annunziata in bilico e forse già destinata ad altro incarico, il toto-presidente è cominciato mettendo il pole position alcuni nomi non nuovi: il presidente dell'Enel Piero Gnudi è uno dei papabili insieme a Francesco Mengozzi, che in molti danno in uscita dall'Alitalia e in arrivo a viale Mazzini. Un ritorno potrebbe essere quello di Pierluigi Celli, ex direttore generale con Zaccaria, caro alla sinistra ma anche benvisto nel centrodestra. L'ipotesi Barbara Palombelli al posto di Lucia, è vista in sostanza solo come trappola per Francesco Rutelli. Se l'Annunziata è in bilico, in Rai si stanno già preparando a sostituire anche il dg Flavio Cattaneo (verso l'Eni?). Fra i candidati, oltre a Stefano Parisi, dg della Confindutria, gli «interni» Gianfranco Comanducci, molto in ascesa con il supporto dell'ex dg Agostino Saccà, il direttore del Tg1 Clemente Mimun e Giancarlo Leone, che però difficilmente accetterebbe una situazione non a lungo termine. Ma sono le poltrone delle reti, in realtà, quelle più traballanti. In sostituzione di Fabrizio Del Noce a RaiUno potrebbe giungere lo stesso Mimun, che al Tg1 vive ormai in uno stadio di assedio permanente pre-elettorale e barricadero (con una nuova puntata proprio ieri), oppure Bruno Vespa, che però dovrebbe rinunciare così ai suoi programmi. Al posto di Antonio Marano a RaiDue in molti vedrebbero benissimo Giovanni Minoli, mentre per RaiTre qualcuno ha fatto il nome di Daniela Tagliafico, fresca di dimissioni dalla vicedirezione del Tg1 e molto di area opposizione, mentre Antonio Di Bella potrebbe resistere. Dulcis in fundo, il caso di Ettore A. Albertoni. L'ex consigliere Rai potrebbe tornare a viale Mazzini tra breve, visto che Bossi lo ha posto come condizione irrinunciabile per portare a termine il progetto della Rai del Nord.