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Pensioni, la decontribuzione scomparirebbe

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Al Senato infatti - oltre al meccanismo delle quote per evitare il cosiddetto «scalone» del 2008 e all'introduzione del silenzio-assenso per il Tfr - la maggioranza starebbe anche valutando se eliminare dalla delega il taglio dei contributi previdenziali per i neo assunti. Una misura, questa, prevista per compensare le imprese che perderanno la parte di Tfr che andrà ai fondi pensione. È quanto emerso dalla riunione di maggioranza svoltasi ieri a Palazzo Madama dopo quella della Commissione Lavoro. La giornata decisiva, comunque, sarà quella di martedì prossimo, quando a Palazzo Madama si svolgerà l'ennesimo vertice della Cdl per mettere definitivamente a punto le modifiche alla delega: «Sarà una proposta valida, e concordata da maggioranza e Governo», hanno assicurato il sottosegretario al Welfare, Pasquale Viespoli, e il presidente della Commissione Lavoro, Tomaso Zanoletti. Per la decontribuzione si starebbe facendo avanti l'ipotesi di eliminarla del tutto, sostituendola con misure alternative che garantiscano una corrispondente riduzione del costo del lavoro. Fortemente voluta da Confindustria, e altrettanto fortemente avversata dai sindacati, la norma sulla decontribuzione per i neo assunti è stata già depotenziata alla Camera, visto che il testo originario della delega prevedeva un taglio dei contributi previdenziali da 3 a 5 punti. Di fatto, nella Finanziaria 2004 per questa norma non è prevista alcuna copertura. Cgil, Cisl e Uil hanno sempre insistito per ridurre il costo del lavoro attraverso la fiscalizzazione di alcuni oneri sociali, a partire da quelli che gravano impropriamente sulle imprese: e questa potrebbe essere una delle strade che la maggioranza, d'accordo con il Governo, potrebbe imboccare. Martedì 10 dovrebbe quindi essere la giornata decisiva. La mattina si svolgerà a Palazzo Madama un nuovo vertice della Cdl, al quale molto probabilmente parteciperà Maroni. Ma nella mattina dello stesso giorno si incontreranno le segreterie di Cgil, Cisl e Uil, per fare il punto appunto su riforma previdenziale, welfare e le altre questioni di politica economica. Il segretario generale dalla Cisl Pezzotta ha dichiarato fra l'altro, riguardo all'annunciata convocazione da parte del governo la settimana prossima, che se il governo convoca il sindacato «per dire che l'emendamento lo fa il Parlamento sarebbe meglio aspettare. Se ci dice i suoi emendamenti va bene, se invece li fa il Parlamento aspettiamo quelli».

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