Ponte sullo Stretto: servono 3 miliardi di euro
Ieri il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, il presidente e l'amministratore delegato della società Stretto di Messina, Giuseppe Zamberletti e Pietro Ciucci, insieme all'Ice e all'ambasciatore italiano a Parigi Dominedò, hanno presentato a Parigi il progetto del Ponte. E' la prima tappa di un road show che avrà altri appuntamenti negli Usa e in Giappone, con lo scopo di promuovere l'interesse di potenziali investitori stranieri. Costo dell'opera ai valori 2002 è di 4,6 miliardi di euro ma il fabbisogno complessivo è di 6 miliardi. L'amministratore delegato della società del Ponte, Ciucci, ha spiegato i capisaldi del piano finanziario precisando che «non ci sarà nessun contributo a fondo perduto a carico dello Stato». Il 40% del finanziamento avviene con un aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro, già deliberato e di cui è stata versata la prima tranche di 300 milioni che serve a coprire il progetto dal 2004 al 2005 fino cioè alla apertura dei primi cantieri. Dal 2006 saranno versati altri 2,2 miliardi. L'aumento di capitale è sostenuto dalle tre società pubbliche azioniste della Stretto spa, Fintecna, Anas, Fs, Regione Calabria e Sicilia. Il restante 60% dei finanziamenti sarà reperito sul mercato dei capitali internazionale con prestiti a lungo termine nella fase di costruzione e successivamente con l'emissione di bond privilegiati ma non coperti dalla garanzia formale dello Stato. C'è poi un 10-20% di finanziamenti europei giacchè, ha detto Ciucci, il Ponte è stato inserito tra le grandi opere pubbliche di interesse europeo. In questo senso si prevede l'intervento della Bei, la Banca europea degli investimenti. Il meccanismo di finanziabilità dell'opera sul mercato prevede nel periodo di gestione un ammortamento dell'opera non inferiore al 50% dell'investimento e il riconoscimento alla Stretto spa, al termine del periodo di gestione, di un valore di riscatto pari al massimo al 50% dell'investimento stesso. Quanto alle tariffe Ciucci ha anche spiegato che ci sarà parità di costo rispetto ai traghetti e ci saranno sconti per gli utenti locali. Il Ponte consentirà alle auto di risparmiare un'ora di tempo e ai treni due ore. Ciucci ha poi voluto rassicurare gli operatori finanziari presenti all'appuntamento sul fatto che il Ponte non sarà una «cattedrale nel deserto». Contemporaneamente alla realizzazione del Ponte saranno ultimate altre infrastrutture di raccordo, dal nuovo tracciato dell'autostrada Salerno Reggio Calabria, alla linea di alta velocità ferroviaria Napoli- Reggio Calabria, alle tratte autostradali Messina- Catania e Messina- Palermo. Il ministro Lunardi ha sottolineato il carattere strategico dell'opera che «non è un fatto solo italiano ma si inserisce nel piano di rivalutazione dell infrastrutture europee». Importanti le ricadute sull'economia, sul turismo e sull'occupazione. «Il Sud diventa il baricentro del Mediterraneo e viene collegato al corridoio che porta a Berlino» ha detto Lunardi. Durante i sei anni di lavori è prevista la creazione di 40.000 nuovi posti di lavoro nelle Regioni interessate. Lunardi ha anche sgombrato il campo dalle perplessità sui tempi di realizzo dell'opera. Pertanto per febbraio sarà avviata la gara per la selezione del general contractor che si occuperà della progettazione e della realizzazione del Ponte; nel corso di quest'anno e del 2005 sarà predisposto il progetto definitivo e a fine 2005 si apriranno i primi cantieri. Quindi nel 2011 apertura al traffico.