Casa delle Libertà: manca l'accordo su Roma Capitale
Presidenti di Regione nel Senato; nuova Corte Costituzionale; clausola a difesa dell'unità nazionale; norma antiribaltone temperata; Presidente della Repubblica eletto dalla maggioranza del cinquanta per cento; garanzie per l'opposizione parlamentare. Sono questi i punti principali dell'accordo della Cdl sulle riforme, raggiunto ieri notte dopo una maratona di sei ore. Inaspettatamente manca il capitolo riguardante Roma capitale. Ecco gli emendamenti: SENATO ELETTO CON REGIONI - «La legge costituzionale assicura la contestualità dell'elezione dei senatori di ogni Regione e dei corrispondenti Consigli regionali».Era una delle richieste forti della Lega. GOVERNATORI AL SENATO - È l'emendamento Calderoli. I presidenti di Regione faranno parte a pieno titolo del futuro Senato federale. Di conseguenza viene eliminata la norma con le Assemblee di coordinamento delle autonomie, (il cosiddetto Parlamentino del Nord). CIRCOSCRIZIONE ESTERI - Vengono ripristinati i senatori eletti dagli italiani residenti all'estero, norma presente nel testo varato dal governo, poi cancellata in commissione affari costituzionali, ma fortemente sostenuta da An. NUOVA CORTE COSTITUZIONALE - Di fronte a tre proposte diverse dentro la Cdl, D'Onofrio ha tirato fuori dal cilindro la proposta della Bicamerale: Consulta con 15 giudici, di cui 5 nominati dal presidente della Repubblica, 4 dalle alte magistrature, e sei eletti dal Senato federale. Bossi ha detto di sì. PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA - Il Capo dello Stato è eletto con la maggioranza dei due terzi dall'Assemblea della Repubblica (Camera, Senato, rappresentanti delle Regioni), ma dopo il quarto scrutinio (oggi dopo il terzo) è sufficiente una maggioranza del 50%. INTERESSE NAZIONALE - D'Onofrio ha definito questo suo emendamento come «norma antipanico», perchè dovrebbe rassicurare quanti temono che il federalismo metta in discussione l'unità nazionale. NORMA ANTIRIBALTONE - Il nome del candidato premier viene indicato nelle schede elettorali in collegamento con la sua coalizione e una volta nominato dal Presidente della Repubblica non deve ottenere la fiducia dalla Camera. MINORANZE IN PARLAMENTO - D'Onofrio ha presentato un emendamento che riprende una proposta di Franco Bassanini, che serve a tutelare le minoranze parlamentari. ROMA CAPITALE - D'Onofrio ha riferito che di avere un emendamento riguardante Roma capitale, ma che prima di presentarlo intende «ascoltare il parere del governo». Tuttavia, qualora il «niet» della Lega bloccasse tutto, c'è una soluzione, suggerita dallo stesso D'Onofrio, e riguarda la nuova norma costituzionale per formare nuove regioni: il requisito è che la regione che si distacca abbia almeno un milione di abitanti.