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Berlusconi: «Così si va al voto anticipato» Il premier infuriato per la sua Cdl riscrive il documento con le priorità per la fase due del governo

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Diteglielo che così andiamo dritti dritti alle elezioni anticipate». È sera quando gli uomini vicini al presidente del Consiglio fanno sapere dell'ira di Silvio Berlusconi. Irato per quanto avvenuto a Palazzo Chigi quando si è discusso della riforma del risparmio. Ma davvero indiavolato per quanto accaduto alla Camera con la maggioranza che ha rischiato ancora una volta di andare sotto sul disegno di legge Gasparri, il vero nervo scoperto del premier. Con il riaffiorare dei «franchi tiratori», con il rischio di bocciare di nuovo la propria riforma delle tv. Lo spettacolo andato in scena proprio nell'emiciclo di Montecitorio è stato sintomatico. Con il portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti a fare avanti e indietro con i banchi di Forza Italia, per consultarsi con Elio Vito, il capogruppo alla Camera degli azzurri, uno dei pochi che davvero sa fiutare l'aria che tira in aula. E poi ancora i conciliaboli con Gianfranco Fini, le spole con Pierferdinando Casini. Quindi la telefonata ricevuta da Paolo Romani (pare proprio da Palazzo Chigi) il quale ha poi preso la parola chiedendo di sospendere le votazioni. Il presidente della commissione Trasporti e Telecomunicazioni motiva la richiesta con quella che sembra una vera e propria confessione sul luogo del delitto: spiega infatti di aver l'impressione «che la condizione dell'Aula di oggi anche per problematiche che non attengono al tema oggi in discussione, non possono consentire il proseguimento dell'esame». La verifica non è finita, dirà più tardi Alemanno. Ed è tuttora in corso, proprio a Montecitorio. Anzi convoglia tutta su quei quarantuno franchi tiratori: ci sono i leghisti infuriati per l'Authority del risparmio, ci sono quelli di An arrabbiati perché il nuovo incontro tra Fini e Berlusconi la sera prima si è concluso con un nuovo nulla di fatto, ci sono le diatribe interne a Forza Italia. Già, le diatribe interne: nella verifica c'è spazio anche per quelle, soprattutto dentro la destra. Ci sono poi i centristi, caso a parte. Vogliono mantenere alta la tensione. Tanto che è saltato l'incontro tra il segretario dell'Udc e lo stesso Berlusconi, che doveva chiudere il secondo giro di faccia a faccia per la verifica. Anche questo è segno di un clima di sfiducia che regna all'interno della stessa maggioranza. In questo contesto Berlusconi ha deciso di sospendere anche il lavoro sul documento che dovrebbe concludere la verifica: ha voluto riscriverlo in prima persona, con l'aiuto del vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto. Si ricomincerà dall'election day. Un modo per ricordare che la campagna elettorale non è alle porte. È già cominciata. F. D. O.

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