Tanzi e i pm si mettono a parlare di calcio
I magistrati stringono sulle banche, si valuta caso per caso. Ricorso in Cassazione
I magistrati milanesi stanno terminando quello che sarà presto il nuovo capo d'imputazione da contestare, nella loro intenzione fino ad un giudizio immediato, ai «primi» venticinque indagati nell'inchiesta scandalo sul crac della Parmalat. Nel nuovo atto d'accusa, gli inquirenti milanesi rafforzeranno, probabilmente inserendo anche nuove contestazioni in riferimento a nuovi fatti specifici emersi con l'indagine, quella pista dell'aggiotaggio che le difese vorrebbero veder subordinata alla bancarotta di Parma, arrivando magari ad abbandonare invece un reato, cioè il falso dei revisori, che potrebbe davvero essere trasferito senza nessuna sollecitazione, da Milano alla cittadina emiliana. È una giornata di «studio» (in particolare su due operazioni) quella che apre la settimana a Milano sul fronte dell'inchiesta che, a breve, potrebbe toccare banche e banchieri. Il piccolo pool di pm milanesi impegnati nell'inchiesta abbandona lo «schema» previsto per la giornata: saltano gli interrogatori, e le trasferte dalle colleghe. E, ciascuno nel proprio ufficio, studiano le prossime mosse e gli atti a disposizione. Così salta la trasferta a Parma, dove i magistrati milanesi avrebbero dovuto interrogare diversi indagati, primo tra tutti Gianfranco Bocchi. E salta anche il previsto nuovo interrogatorio fiume di Calisto Tanzi a San Vittore. Il quale ne «approfitta» per decidere, con i suoi legali, di impugnare in Cassazione. Milano, intanto, individuate le banche che in qualche modo avrebbero supportato il «gioco al massacro» di Collecchio, guarda ai banchieri. Soprattutto, spiega un investigatore, si tratta per gli inquirenti di analizzare una «struttura molto composita con responsabilità parcellizzate che cambiano di banca in banca». Di certo sarà più «facile» per Parma «inchiodare» alle proprie responsabilità quante, tra le banche del «panorama Parmalat», hanno «taciuto» favorendo la crescita e la sopravvivenza di un gruppo che da tempo era naufragato nei debiti, proprio grazie al tipo di reato perseguito. Ma ormai, anche per Milano, è questione di pochi giorni. Poi, come annunciato, stando almeno alle previsioni più accreditate negli ambienti giudiziari, l'elenco degli indagati si allungherà con i «banchieri». Intanto, in una giornata apparentemente senza sviluppi evidenti, c'è spazio per le indiscrezioni di ogni tipo. Così si parla, ad esempio, di una delle passioni in grado di distrarre Calisto Tanzi nelle lunghe ore di interrogatori fiume davanti ai magistrati: il calcio. Come altri, è la passione per la «sua» squadra, e nel caso di Tanzi a maggior ragione, a occupare i pensieri di un uomo costretto alla galera. Così, stando a quel che si viene a sapere, in alcune delle pause nei lunghi interrogatori, motivo di distrazione per l'ex patron sarebbe parlare di giocatori ed altro del «Parma. Argomento non certo disdegnato dai magistrati milanesi, uniti nell'inchiesta, «separati» sui campi da gioco. Non è un mistero, infatti, che Francesco Greco sia un tifoso appasionato della «Roma», che Carlo Nocerino tenga, «fedelissimo», al «Napoli», e che Eugenio Fusco abbandoni ogni passione della terra d'origine per tifare la milanesissima «Inter». Ma su quel che viene detto cala, così come nei verbali, il più stretto riserbo.