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Al Senato intanto si discute sulla riforma federalista e il voto si avvicina Fisichella (An) fermamente contrario Calderoli (Lega): il Senato vada a Milano

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Poi un breve incontro a tre anche con Fini. Berlusconi, deciso a chiudere la verifica di governo prima del voto in aula sulla legge Gasparri e sul ddl sulla devolution, ieri mattina ha fatto un nuovo giro di consultazioni con i suoi alleati. Il colloquio con il segretario dei centristi è stato «interlocutorio». Follini ha ribadito la posizione del suo partito sulla verifica di governo, confermando di preferire che il chiarimento nella maggioranza si abbia dopo le elezioni europee. Mentre l'Udc insiste per il rinvio della verifica a dopo il voto di Strasburgo, An invece vuole chiudere subito la partita, e il chiarimento chiesto da Fini potrebbe portare a risultati già all'inizio della prossima settimana, prima del Consiglio dei ministri di martedì 3 febbraio, convocato per il varo della controversa Authority sulla tutela del risparmio portata da Tremonti. La richiesta di An di un maggior coordinamento potrebbe essere soddisfatta facendo assumere a Fini la presidenza del Cipe, a garanzia della collegialità in materia di politica e economica e sociale. Sarebbero confermati il ministero del Commercio con l'estero per Adolfo Urso e una delega in più (Igiene alimentare) per Gianni Alemanno. Sarebbe però stato ribadito da Berlusconi il «no» a ogni di ridimensionamento dei poteri di Tremonti, blindando anche le deleghe per il Sud: per il viceministro di via XX settembre, Gianfranco Miccichè, si parla infatti di una promozione a ministro per il Mezzogiorno. Nessun dicastero, invece, per l'Udc, che appare sicuro di aumentare i propri consensi elettorali vuole aprire il confronto nella Cdl solo dopo le elezioni di primavera. Ieri pomeriggio Fini ha poi tenuto a Montecitorio una riunione del coordinamento del suo partito, con i ministri di An, il coordinatore La Russa e i vice coordinatori Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Giovanni Collino. È stata ribadita la linea di una conclusione la più rapida possibile della verifica. Da parte della Lega, ci si sente sicuri sul fronte della verifica con l'asse Bossi-Berlusconi ben saldo e Tremonti blindato. L'attenzione del Carroccio quindi resta concentrata sull'esame al Senato della riforma costituzionale che dovrà introdurre il federalismo, e sulla quale la discussione generale si chiude martedì. Questa legge viene vista col mal di pancia in più settori della maggioranza. Ieri Domenico Fisichella, vicepresidente del Senato e presidente dell'Assemblea nazionale di An, ha espresso la sua «ferma opposizione» al provvedimento del quale ha analizzato i difetti, che giudica pericolosi per l'unità della nazione e da correggere. Dal canto suo Roberto Calderoli, coordinatore della Lega, anch'egli vicepresidente del Senato e ha presentato un emendamento per portare il futuro Senato riformato a Milano, suscitando reazioni fra lo sdegnato e l'ironico sia nella maggioranza che nell'opposizione. Calderoli ha comunque detto che nella maggioranza c'è accordo sulla riforma ma che quel suo emendamento non ne fa parte e quindi lo voterà la Lega e chi altri vorrà.

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