«Troppa la discrezionalità di Tremonti»
Per la magistratura contabile il Tesoro prevarica il Parlamento
Il vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti hanno sentito in prima fila le parole pronunciate dall'alto magistrato nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2004, con le quali il pg ha puntato il dito proprio contro il ministro Tremonti, che si è allontanato dalla sala di viale Mazzini senza rilasciare dichiarazioni: si tratta di un Ministro «con discrezionalità senza riscontri in Occidente». Affermazioni della Corte dei conti che si riferivano in particolare al decreto «taglia-scese», che secondo la magistratura contabile «ha spostato l'asse decisionale dal Parlamento al Governo e alla Ragioneria, indebolendo la resistenza della decisione parlamentare del bilancio e delle leggi di spesa e di entrata». Dichiarazioni che sono state «ammorbidite» dalla Corte dei conti a distanza di poche ore dalla fine della cerimonia, celebrata davanti al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, al ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, al presidente della Consob Lamberto Cardia, al presidente della Regione Lazio Francesco Storace, al sindaco di Roma Walter Veltroni e al ministro degli Affari Regionali Enrico La Loggia. È stato infatti successivamente «espresso apprezzamento per la finalità della legge», ma i magistrati contabili hanno inoltre sollevato l'opportunità «che trovi un limite la discrezionalità del governo nell'adozione di misure di contenimento». «Le ultime relazioni annuali e le audizioni rese dalla Corte sui provvedimenti di riforma del bilancio, sul Dpef e sul disegno di legge finanziaria - continua nella relazione il pg - pongono in rilievo seri problemi di trasparenza e significatività dei conti pubblici». Insomma, l'inaugurazione dell'anno giudiziario ha dato il via a un vero e proprio botta e risposta tra la Corte dei conti e i rappresentati del Governo. Sono comunque diversi gli argomenti affrontati da Apicella, come ad esempio quello degli sprechi di risorse, la situazione dei conti pubblici e l'evasione fiscale. «Sono sempre tanti - ha dichiarato il pg - gli interventi della Corte nella materia contrattuale e fiscale, dove continua a riscontrarsi una una forte evasione, anche per comportamenti colposi o dolosi di dipendenti pubblici». E ancora: «In più tale evasione trova, di fatto, un'ulteriore occasione nelle omissioni che si verificano in sede esattoriale». Per quanto riguarda i conti pubblici invece secondo Apicella «non vanno così male, sono tra i meno peggio in Europa e sono migliori di quelli di Francia e Germania».