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Ciampi vieta il decreto legge Stop a Tremonti

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Il Capo dello Stato non avrebbe posto la sua firma a un decreto legge sulla protesione dei risparmiatori, a meno che dal testo fossero espunte le modifiche al codice penale e a quello civile che avrebbero aumentato le sanzioni per i truffatori. Norme che secondo il Quirinale non avrebbero potuto essere introdotte per decreto, e così al governo non è rimasta che la via del disegno di legge. Nella lunga riunione di ieri a Palazzo Chigi i tecnici chiamati da An e Udc a vistare il nuovo testo trasmesso da Giulio Tremonti sono stati al lavoro per apportare numerose correzioni. Chiedendo ed ottenendo, secondo quanto risulta a Il Tempo, una generosa espunzione di tutte le norme che avrebbero portato la nuova Autorità di tutela del risparmio sotto il controllo del governo e in particolare dello stesso Ministero dell'Economia. Tremonti aveva ad esempio previsto che super Consob emanase disposizioni «in conformità alle deliberazioni del Cicr» che proprio il ministro dell'Economia presiede. Quel riferimento è stato tagliato per «evitare contiguità con il potere politico». Tagliato anche l'articolo 28 del ddl, che secondo la versione tremontiana prevedeva che il presidente di super Consob trasmettesse «periodicamente al Ministro dell'Economia e delle Finanze informazioni sui fatti di maggiore rilievo». Ma alla fine, facendo perdere un po' Tremonti, un po' Fazio, il compromesso è arrivato.

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