La verifica ora appare più lontana. Disaccordo assoluto con Bossi. «Sull'euro Ciampi ha ragione»
Marco Follini contrattacca: governare è più importante che fare propaganda, non si devono spendere somme faraoniche per la campagna elettorale, non va cambiato il sistema di voto, solidarietà a Ciampi dopo l'ennesimo attacco di Bossi, la verifica è una opportunità per migliorare il programma. Il leader dell'Udc parla dopo la riunione dell'ufficio politico. «Il Presidente del Consiglio - premette - sa che può contare su alleati sicuri e leali e dispone della maggioranza parlamentare più ampia della storia repubblicana: ne faccia buon uso». Quindi attacca: «Il dovere di governare viene prima di quello di lavorare per la campagna elettorale che deve restare sullo sfondo». E dato che girano voci di cifre elevatissime che il Cavaliere intenderebbe stanziare per le imminenti elezioni (si mormora fra i 200 e i 400 milioni di euro) avverte: «Una campagna elettorale faraonica striderebbe con gli umori e i problemi del paese». E non solo: confermato il «no» al cambiamento delle leggi elettorali, sia per le europee che per le amministrative, se proprio si vuol cambiare qualcosa, dice Follini, cominciamo a fissare un tetto di spesa. Poi, dato che il premier sulla verifica ha parlato di «teatrino della politica», Follini dice che «la verifica è un'opportunità per migliorare le cose del paese», tocca «alla guida della coalizione coglierla in pieno»; quanto all'eventuale rimpasto governativo (in questi giorni è circolato il nome di D'Antoni come ministro) sarebbe una «conseguenza dell'aggiornamento programmatico, non l'obbiettivo». Anche la critica del premier alla magistratura non va bene: quell'equazione con il fascismo «non convince». Inoltre, una botta all'alleato numero uno del Cavaliere, Bossi, che ha nuovamente attaccato Ciampi. «Il Presidente della Repubblica - ribadisce il leader dell'Udc - ha tutta la nostra solidarietà e il nostro apprezzamento. Siamo in assoluto disaccordo con le affermazioni di Bossi». Il contrattacco dell'Udc irrigidisce le posizioni nella maggioranza. La stessa affermazione che per la verifica non di poltrone si tratta ma di programmi e quindi delle eventuali conseguenze su chi dovrà gestirli, potrebbe allungare i tempi della verifica stessa. E la posizione presa dall'Udc può far comodo pure ad An (anch'essa critica sull'asse privilegiato FI-Lega) dove Fini sarebbe interessato alla revisione del programma e al rilancio della coalizione molto più che ad acquisire il ministero delle Attività produttive.