Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

«NO» AL RIDIMENSIONAMENTO

default_image

Palazzo Koch, i dipendenti pronti a entrare in sciopero

  • a
  • a
  • a

La decisione sarà presa oggi al consiglio nazionale e i «tempi saranno molto ravvicinati». La partecipazione, assicura, sarà molto alta: «Il malumore per un provvedimento che avrebbe gravissime ripercussioni sulle condizioni di lavoro, visto il pesante ridimensionamento delle funzioni della Banca Centrale cresce sempre più». A preoccupare sono «il pesante ridimensionamento delle funzioni della Banca d'Italia, la lesione della sua indipendenza e le gravissime ripercussioni che tutto ciò avrebbe per le condizioni dei lavoratori». E questo in una situazione afferma Leoni, in cui «non serve un ingegnere per capire che l'operazione non punta alla razionalizzazione delle funzioni di controllo delle Authority ma a liberarsi della Banca d'Italia e controllare il sistema finanziario italiano». Ad oggi, dice Leoni, «Tremonti, non ha chiarito se c'erano o no i presupposti di legittimità per un intervento della Banca d'Italia, né quali erano gli strumenti che avrebbe avuto a disposizione per poter accertare ciò che stava accadendo. Quando si dimostrerà - prosegue Leoni - che era possibile intervenire allora la questione cambia. Per ora, si tratta di questioni di diritto societario. D'altronde alla centrale dei rischi della Banca d'Italia risultava che Parmalat era esposta per 3 mld. Un livello molto inferiore alla situazione reale e lontano dai tetti oltre il quale bisogna intervenire». Ridimensionamento della Banca d'Italia, lesioni alla sua indipendenza ma anche gravi ripercussioni per i lavoratori. A preoccupare sono le disposizioni transitorie del ddl Tremonti. In particolare l'art.34 che parla di passaggio da Bankitalia alla nuova authority del personale necessario per l'esercizio dei poteri e delle competenze trasferite e di acquisizione o locazione da parte dell'agenzia del Demanio delle connesse dotazioni patrimoniali e degli immobili. Un articolo che, secondo Leoni, viola ogni norma. «Noi non siamo dipendenti pubblici, e allora - chiede il sindacalista - come è possibile trasferire per decreto beni e personale di una spa, qual'è Banca d'Italia?». E ancora c'è la questione immobili. «Un vero e proprio business, una volta ceduti gli immobili al Demanio, il Tesoro, col fisco non solo incassa le plusvalenze, ma avvia una bella cartolizzazione dalla quale potrebbe intascare fino a 5.000 mld di vecchie lire».

Dai blog