Fini verso il no all'Industria
Non passa giorno che Francesco Storace non faccia sentire la sua voce sulla verifica. E soprattutto non metta in guardia Gianfranco Fini dall'accettare il ministero delle Attività produttive, offertogli da Forza Italia. Un dicastero che rischia, secondo ambienti di An, di essere una trappola. Il presidente della Regione Lazio «pizzica» anche (senza citarlo) Adolfo Urso, viceministro al Commercio estero in procinto di essere promosso titolare di dicastero: «Magari - scrive Storace nel suo editoriale domenicale sul sito Storace.tv - siamo pronti a scaldarci per trasformare in ministro un viceministro. Per far questo non c'e' bisogno della verifica, basta chiamare il mago Silvan». Quindi, avendo affermato che «la verifica è una parola brutta, pessima se va male», il governatore del Lazio suggerisce: «Chiamiamo piuttosto Berlusconi e facciamogli capire con chiarezza che è finito il tempo di Umberto Bossi, che i nostri voti per quella roba là non ci sono, che se non si tocca seriamente il governo prima delle elezioni europee, se non si aggiorna con coraggio il programma, allora si aspettano sei mesi anche per toccare - e meglio - la Costituzione. E a giugno se ne riparla. Penso che se si usasse questo linguaggio - conclude Storace -, la nostra gente tornerebbe ad apprezzare il leader più di prima. Ma ora, e non domani, è il momento di calare l'asso». E che sia il momento culminante lo si capisce anche dalle parole del ministro Gianni Alemanno. A chi gli chiede se si è entrati in una fase conclusiva risponde: «Conclusiva non lo so, ma la prossima settimana sarà sicuramente decisiva». Oggi o domani il premier Silvio Berlusconi incontrerà il suo vice Gianfranco Fini. L'ultima offerta fatta dagli azzurri Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto ad An era di assegnare a Fini anche la delega delle attività produttive, spostando Antonio Marzano (Forza Italia) alle Politiche Comunitarie e Rocco Buttiglione (Udc) alla Funzione Pubblica. All'interno dei centristi potrebbero poi verificarsi due staffette. La prima subito, con Mario Baccini che andrebbe a ricoprire la carica di capogruppo alla Camera e Luca Volontè quella di sottosegretario agli Esteri. La seconda a giugno quando Buttiglione potrebbe trasferirsi a Bruxelles come commissario europeo (carica a cui aspira anche Marzano) e il suo posto a Palazzo Vidoni potrebbe essere occupato da Marco Follini che manterrebbe la guida dell'Udc. Da discutere anche il documento che fissa le nuove priorità del governo.