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Domani al Senato il contrattacco di Fazio

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Venerdì il consiglio dei ministri anticiperà con due decreti alcune misure del titolare dell'Economia

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Dopo l'affondo del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e dopo le audizioni fiume del presidente della Consob, Lamberto Cardia, e del presidente di Confindustria, Antonio D'Amato, il titolare di Via Nazionale è chiamato a rispondere punto su punto sulle responsabilità di Palazzo Kock e suoi rapporti fra le autorità di vigilanza e il ministero dell'Economia. L'indagine parlamentare ha visto finora alternarsi di fronte alle commissioni Finanze e Attività Produttive di Camera e Senato i principali protagonisti della partita aperta dal crac della Parmalat. Tremonti ha indicato esplicitamente le responsabilità per le carenze di controllo di Bankitalia, depositando in Parlamento il carteggio fra via XX Settembre e Via Nazionale e annunciando la proposta di riordino del sistema delle Authority. Cardia e D'Amato hanno difeso le attuali istituzioni. Intanto il prossimo consiglio dei ministri venerdì varerà, salvo sorprese, provvedimenti per anticipare alcune misure della riforma Tremonti. Il ministro Alemanno anticipa: i provvedimenti saranno due, uno con «le misure urgenti» e un altro sul «sistema complessivo». I contenuti precisi saranno definiti in un ulteriore incontro con Tremonti probabilmente fra oggi e domani. Alemanno sottolinea che An fra le norme urgenti chiede controlli maggiori, sanzioni più severe; quanto a «come cambiare la proposta di ddl del ministro Tremonti», prosegue Alemanno, anche questo «dovrebbe partire se ci riusciamo per venerdì prossimo», e si tratterà di «un disegno di legge che dovrà contenere l'architettura delle tre authority per la tutela del risparmio, i cosiddetti tre pilastri, ma anche le deleghe al governo per fare le grandi riforme necessarie a ridisegnare complessivamente il sistema». Quanto a Fazio, nella sua audizione in Parlamento spiegherà cosa è successo, quello che si poteva fare e quello che non si poteva fare per evitare i crac Cirio e Parmalat. Inoltre ci si aspetta che dica la sua sulla riforma delle Authority. Dirà quali poteri e quali risorse sono necessari per contrastare efficacemente i dissesti finanziari e difendere il risparmio facendo il punto sulle Authority: dalla stessa Bankitalia alla Consob all'Antitrust. Ma non dimenticherà neanche le funzioni degli organismi di controllo societari (dal cda ai sindaci, dalle società di certificazione a quelle di rating), spiegando come sono e come dovrebbero essere. Dal suo staff si mantiene ancora strettissimo riserbo sui contenuti, ma Fazio difenderà l'operato della Banca d'Italia nelle vicende Parmalat e Consob. Già per il crac della Ferfin Bankitalia nel '93 in Parlamento rilevò che «l'organo di vigilanza non può, non deve, sostituirsi agli amministratori nelle scelte di impresa, né entrare nel merito di singoli rapporti di credito o di singole operazioni». In pratica la Bankitalia, come organo di vigilanza, «ha il controllo degli enti creditizi e finanziari e non sulle imprese». In conclusione, per Palazzo Koch, «ci possono essere società quotate e non quotate, ma ci sono le assemblee, le società di certificazione, i collegi sindacali. I veri responsabili sono loro». Quanto al motto dilagante del «nulla funziona. Tutto va cambiato» potrebbe creare grossi danni al mercato e alle imprese che hanno difficoltà di finanziamento. In pratica, per Fazio, se l'idea base è che si tratti di una mancanza di controllo sistemica il danno per le imprese è enorme. Negli Usa dopo il crac della Enron, il governo non è intervenuto sul sistema di controllo ma rafforzando l'apparato sanzionatorio e di contrasto agli illeciti. In questa ottica, quindi, il Governatore potrebbe soffermarsi anche sulla centrale dei rischi di Bankitalia e sulla necessità di potenziare le sue funzioni avviando una più stretta collaborazione sullo scambio di informazioni con la Consob o comunque modificando la convenzione in vigore tra i due organismi. Alla centrale dei rischi, infa

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