NEANCHE viene menzionata la parola «verifica».
E gli alleati mugugnano, Fini resta freddo. Berlusconi ribadisce di essere pronto al dialogo con gli alleati. «Quando ci confrontiamo tra noi - afferma - lo facciamo partendo da una base comune di valori, di idee che ci uniscono. Lo facciamo in modo trasparente, qualche volta anche troppo, qualche volta senza utilizzare la mimina malizia e quando i nostri alleati discutono tra di loro continuiamo a invitarli a tenere a mente i risultati fin qui conseguiti insieme e a non offuscarli con le polemiche inutili, li invitiamo sempre a rendersi conto che i nostri elettori e il paese non ci perdonerebbero mai di abbandonare il lavoro e l'impegno comune per insistere sulla sia delle battute, delle polemiche, delle beghe politicanti. Dobbiamo lasciare ai nostri avversari il gioco della vecchia politica, la politica delle chiacchiere, delle baruffe, dei veti incrociati. Non ne possiamo più del teatrino della politica». Insoddisfatta la Lega: «Il suo discorso - critica Calderoli - non c'è piaciuto per quel che riguarda le riforme». Freddo Fini: «A me non appassionano le questioni connesse con gli incarichi di governo». Duro Tabacci: «Usati toni eccessivamente autocelebrativì». Un po' deluso Buttiglione: «Ci aspettavamo delle risposte sul tema della verifica, Berlusconi non ce le ha date, poco male, sarà per un'altra volta». Così, mentre la verifica sta per entrare nella sua fase cruciale (tra lunedì e martedì Berlusconi si vedrà con Fini) non va giù ad An e Udc il modo in cui il premier ha sorvolato sui temi al centro del confronto nella maggioranza. Non una parola sulle richieste di maggiore collegialità in politica economica Il vicepremier Gianfranco Fini replica implicitamente, alquanto piccato: «Per noi è importante definire le priorità politiche della seconda parte della legislatura. Ci sono dei problemi reali che vanno affrontati e sono convinto che il Governo li voglia e li possa affrontare». E li elenca i problemi: «La tutela del risparmio, la sofferenza del ceto medio, il rilancio dell'economia reale e la necessità di pensare alle giovani generazioni con un'equa riforma delle pensioni». Più pacato ma non meno freddo il commento di Rocco Buttiglione, l'unico esponente non «azzurro» presente al Palazzo dei congressi dell'Eur: «Ci aspettavamo delle risposte per capire se le questioni poste sul tappeto in tema di verifica sarebbero state accolte o meno. Berlusconi non ce le ha date». Sarcastico il commento di Bruno Tabacci: «Per quel che mi riguarda risponderà lunedì (domani, ndr) l'ufficio politico alzando il tono dell'analisi politica e affrontando i problemi del paese». Ma a sorpresa anche la Lega critica Berlusconi: «Il suo discorso - afferma Roberto Calderoli - non ci è piaciuto per quel che riguarda le riforme, noi diciamo basta frenate e Berlusconi sappia che questo è l'ultimo treno. È comodo andare a dire in pubblico che gli alleati litigano, noi già ieri abbiamo invitato il premier a dire il peccato ma anche il peccatore».