Vertice di governo: la prossima settimana il decreto, poi il resto. La Consob avrà le sue Fiamme gialle
È più vicina l'intesa sull'Authority per il risparmio dopo un lunghissimo vertice svoltosi ieri a Palazzo Chigi. Al summit hanno partecipato il vicepremier Gianfranco Fini, i ministri dell'Economia Giulio Tremonti, delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, delle Politiche Agricole Gianni Alemanno, delle Politiche Comunitarie Rocco Buttiglione, il viceministro dell'Economia Mario Baldassarri, il coordinatore di An Ignazio La Russa. Il vertice è iniziato con tre proposte diverse sul tavolo: una di Tremonti, una di An e una dell'Udc. Alla fine si registra un accordo largo su molti punti, altri saranno discussi la settimana prossima. Anzitutto, accordo sul metodo: sarà varato un decreto legge, forse già la prossima settimana, tutti per i risparmiatori: poi arriverà un disegno di legge. Nel provvedimento di urgenza sarà prevista una sorta di garante dei risparmiatori prendendo spunto dal garante antiracket. Il rappresentante governativo avrà il compito anche di fare da raccordo con le associazioni di categoria, sarà il punto di riferimento, praticamente un difensore civico che potrà agire anche contro le banche. Tutti d'accordo anche per l'inasprimento delle sanzioni penali per chi commette illeciti in Borsa e in generale per chi si rende protagonista di truffe a danno dei risparmiatori. Sembra prendere corpo anche l'ipotesi di dare una compagnia della Guardia di Finanza a disposizione della nascitura Authority. Si tratterà di un nucleo specializzato proprio nella lotta alle speculazioni nei reati societari e nell'investigazione sui mercati. Fin qui i punti di accordo. Restano ancora molte distanze, anche se il clima all'interno del governo sembra notevolmente migliorato. Vari partecipanti all'incontro hanno raccontato del clima di collegialità nel corso del summit. I prossimi passaggi a questo punto prevedono un incontro al livello tecnico-politico per stendere il primo testo almeno del decreto e quindi procedere alla definizione delle possibili soluzioni sui passaggi del disegno di legge. In particolare uno dei nodi più complicati da sciogliere resta ancora quello dei criteri di nomina dell'Authority. Fonti parlamentari fanno notare infatti che il progetto Tremonti affiderebbe la designazione dei vertici al Parlamento che dopo tre votazioni a vuoto andrebbe al voto a maggioranza assoluta e non quella qualificata dei due terzi. E questo darebbe decisamente più potere all'esecutivo riducendo notevolmente il ruolo dell'opposizione. Altro punto oggetto di confronto sarebbe quello della redistribuzione dei poteri che, di fatto, darebbe vita ad una «Super-authority» e a due autorità «minori». Tuttavia appare evidente che i passi in avanti sono stati registrati. Nel corso del summit Tremonti avrebbe sottolineato la necessità del governo di apparire sempre dalla parte dei risparmiatori, anche a costo di andare contro alcune banche. Anzi, stando ad un'indiscrezione, il ministro avrebbe proprio spinto su questo punto, facendo notare che l'opposizione non è nelle condizioni di assumere un'analoga posizione. E questo chiaramente la esporrà agli attacchi della pubblica opinione. Un punto che Tremonti aveva solo accennato nel consiglio dei ministri del 23 dicembre scorso. E che stavolta ha spiegato con maggiore chiarezza. Forse troppa.