Riforme, Bossi sente odore di federalismo
Il Senatùr, apparso soddisfatto, ha attaccato Prodi: «Lui e i suoi non vinceranno le elezioni»
Martedì prossimo riprende infatti al Senato il dibattito sul disegno di legge per le riforme costituzionali, cominciato ieri con la relazione sul provvedimento. Modifiche anche corpose sono previsto al testo nel corso dell'esame in aula. Il termine per la presentazione degli emendamenti è lunedì pomeriggio. Francesco D'Onofrio (Udc) relatore di maggioranza non ha approfondito i dettagli del provvedimento e ha anzi ribadito la disponibilità al confronto e la possibilità di modificare parte dei contenuti votati dalla Cdl in commissione. Anche i capigruppo di An e Forza Italia, Domenico Nania e Renato Schifani, hanno insistito sulla opportunità che il varo di una simile provvedimento di riforma costituzionale abbia anche il contributo dell'opposizione. Dai banchi delle sinistre però non sono giunte manifestazioni di disponibilità. Il relatore di minoranza, Franco Bassanini (Ds) ha illustrato la controproposta del centrosinistra, il capogruppo diessino Angius ha attaccato chiedendo su quale testo si sollecitava al dialogo. Quanto alle modifiche, D'Onofrio ha D'Onofrio ha detto che ogni gruppo della Cdl presenterà i propri emendamenti; poi, in un incontro di maggioranza da tenersi tra martedì e mercoledì, si concorderà su quali votare insieme. «Non ci saranno - ha detto - votazioni che divideranno la maggioranza, non ci saranno votazioni se non su emendamenti concordati da tutti gli alleati». La discussione generale durerà tutta la settimana e le votazioni avranno inizio solo il successivo martedì 3 febbraio. Da definire punti tutti importanti e delicatissimi, solo in parte già affrontati in maniera definitiva. Fra questi, basti citare la composizione del futuro Senato ivi compreso l'inserimento dei presidenti delle Regioni (soluzione trovata per evitare il cosiddetto «parlamento padano» che stava provocando una esplosione di ostilità contro la Lega da An e Udc) e la composizione della Corte costituzionale, altro argomento sul quale la condivisione fra i diversi schieramenti è quanto mai auspicata. Se tutto andrà secondo i programmi tra l'11 e il 12 febbraio Palazzo Madama potrebbe varare le riforme costituzionali in prima lettura. Ieri Bossi era particolarmente disponibile a parlare con i giornalisti. Soddisfatto per la soluzione dei governatori delle Regioni nel Senato federale, ha però aggiunto: «Dobbiamo però ancora aspettare. La strada è ancora lunga». E a chi gli chiedeva se teme difficoltà, ha risposto estraendo dalla tasca un'accendino verde e lo ha lasciato cadere nelle mani di un cronista. «Ci sono leggi - ha aggiunto subito dopo Bossi - che non possono essere modificate». Il leader della Lega ha anche parlato delle elezioni: «Le abbiamo già vinte», ha detto. «Prodi - ha detto - si presenti pure alle elezioni con la casacca dell'euro. La gente non arriva a fine mese e li prenderà a calci questi massoni cretini. Ha presentato un ricorso della Commissione in carta da bollo. Venga qui lo bollerà la gente nella cabina elettorale. Ora le fabbriche chiudono».