La riforma del controllo a Palazzo Chigi
«Sarà un confronto importante - avverte il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione - resta in piedi la scelta per un unico provvedimento che raccolga in un solo disegno di legge sia il recepimento della direttiva sul market abuse, sia la riforma dell'Autorithy». Oggi quindi il problema della Vigilanza, affinché non si verifichino più casi Parmalat, è sul tavolo del governo e anche il ministro Marzano ieri al Costanzo Show ha sottolineato come sia una delle priorità in questo momento e ha parlato di una «terza» autorità. «È necessaria un ulteriore autorità a tutela del risparmio che si affianchi a Bankitalia, Consob, Antitrust, ha detto infatti il ministro. Dunque, spiega Marzano, è necessaria l'istituzione di una autorità ulteriore che «persegua l'obiettivo non solo di tutelare la stabilità del sistema bancario, come Bankitalia, ne solo la trasparenza dei mercati finanziari, come la Consob, ma quello di tutelare i risparmiatori». Marzano ha poi ribadito la Parmalat «è un'impresa che merita di essere salvata». Ma va salvato solo il core business dell'azienda e quindi solo quella che produce il latte. Le altre non sono «strategiche». Il ministro Castelli ieri ha sottolineato come quella del caso Parmalat è «una situazione che ci ha messo in gravissima difficoltà, soprattutto per un danno di immagine». Quindi l'urgenza è ribadire che il sistema Italia funziona e che il caso Parmalat è un'eccezione irripetibile. «La magistratura è intervenuta, speriamo che non siano state occultate prove», ha aggiunto il ministro della Giustizia riferendosi a Tanzi. Sul palcoscenico del Costanzo Show dedicato al crac di Collecchio, davanti ad un pubblico fatto da risparmiatori inferociti, anche il segretario dell'Udc Follini e quello dei Ds Piero Fassino, entrambi favorevoli alla riforma. «Il sistema dei controlli non ha funzionato», ha ribadito il leader dell'Udc aggiungendo che sull'autorità del risparmio «si registra un clima sereno e positivo tra maggioranza e opposizione e si va verso una riforma largamente condivisa». Pronto a lavorare al «largo consenso» si dice anche Fassino che ha spiegato: «Queste - ha concluso - sono le tre priorità: «Garantire i risparmiatori con forme di risarcimento, garantire che Parmalat continui ad essere un'azienda che produce e riformare i controlli». Una proposta viene dai ragionieri che per rendere più efficaci i controlli già oggi esistenti, suggeriscono alcune modifiche ai meccanismi di corporate governance. Sono in molti (pare 700mila) a chiedere che si trovi subito un sistema per risarcire i risparmiatori che hanno perso tutto dopo aver dato piena fiducia alle proprie banche. Ma per il presidente dell'Abi Maurizio Sella le banche italiane «non potranno venire incontro ai clienti a cui sono stati ben spiegati i rischi dell'investimento». Quindi, ha aggiunto, «dovremo verificare che il cliente abbia capito il rischio». Una verifica giudicata difficile e inutile dal pubblico che non vuole scuse, ma solo riavere i suoi soldi e subito. Da Londra anche Prodi è intervenuto sui «controlli». È un «suicidi avere una finanza globale accompagnata da controlli nazionali: ci saranno altri scandali prima che prevalga la ragionevolezza».