Capitalia, il crac Parmalat pesa 240 milioni
Così nel consiglio d'amministrazione, seguito da una conference call con gli analisti, il gruppo ha confermato il già annunciato rimborso dei bond ai risparmiatori incappati nel crac Cirio, Parmalat e Giacomelli e come attestazione di fiducia al piano di sviluppo, l'amministratore delegato Matteo Arpe ha detto che investirà il 50% della propria retribuzione in titoli del gruppo. Ma soprattutto i vertici del gruppo capitolino confermano quello che il mercato voleva sentir dire; ovvero che nonostante il crac Parmalat, Capitalia chiuderà il 2003 in utile. Ci si attende un utile operativo di 1,42 miliardi con un rialzo del 50% rispetto al 2002. Insieme a Fabio Gallia, Arpe ha anticipato qualche dato sui conti del 2003 della banca. Capitalia per far fronte all'esposizione con l'azienda di Collecchio dovrà predisporre accantonamenti fino a 240 milioni ma questo non impedirà alla capogruppo e all'intero gruppo Capitalia di essere in utile nel 2003. Resta però un punto interrogativo sulla possibilità che quest'anno venga distribuito un dividendo agli azionisti. Dipenderà, avverte Arpe, dal livello degli accantonamenti e dalla ripresa economica. Il manager ha evidenziato che il livello degli accantonamenti è «intorno al 60% dell'esposizione su Parmalat» ed è in linea con quello delle altre banche. E Piazza Affari sembra anche questa volta dar credito alla validità del piano di rilancio e dopo giorni di pesanti ribassi, ieri ha ricominciato a puntare sul titolo. Al punto che la Borsa ha dovuto decidere anche la sospensione al rialzo. Sul finale il titolo ha guadagnato il 12,3% con un prezzo di riferimento di 2,45 euro dopo che nella giornata era stato scambiato il 5,25% del capitale. E come ulteriore iniezione di fiducia arrivano anche le parole di Totò Cuffaro, presidente della Regione Sicilia che tiene a sottolineare la fiducia sua e degli altri amministratori, al presidente Geronzi «mai venuta meno». Arpe ha precisato che l'impatto dell'operazione di rimborso dei bond sui conti del gruppo sarà inferiore ai 50 milioni di euro. Il massimo costo atteso è di 41 milioni. Precisamente si prevedono 28,1 milioni per Parmalat, 11,4 milioni per Cirio e 1,4 milioni per Giacomelli. In futuro la banca non abbandonerà lo strumento dei bond ma fisserà dei tetti per gli investimenti diretti. Arpe ha infine precisato l'entità dell'esposizione di Capitalia nelle società calcistiche italiane che ammonta a 65,4 milioni di euro di cui 23,8 milioni verso la Lazio. E a proposito del club biancoceleste Capitalia sottoscriverà l'aumento di capitale ma non farà da garante all'operazione per 120 milioni di euro approvata sabato.