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Tonna partecipa alla «caccia al tesoro»

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Vuole collaborare a ricostruire la vicenda dei miliardi messi al sicuro da Tanzi

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Nei suoi uffici, come aveva chiesto giorni fa, per rendersi utile, per salvare la Parmalat ed aiutare il commissario straordinario Enrico Bondi nella corsa contro il tempo per evitare che al crac si aggiunga la disperazione delle 36.000 famiglie che dell' azienda di Collecchio vivono. Tonna tornerà nel suo ufficio da detenuto, ma poco importa. Ciò che conta, si lascia sfuggire un investigatore, è che si impegni nel ricostruire la storia delle migliaia di miliardi scomparsi nella voragine di società vuote e paradisi off shore. Insieme a Gianfranco Bocchi, il contabile di Collecchio, che ugualmente dal carcere di via Burla sarà portato in azienda insieme al suo ex capo, mentre fuori si temono manifestazioni di protesta da parte di obbligazionisti. «Ci sono montagne di documenti da esaminare», ha commentato il pm Antonella Ioffredi sul lavoro da fare. Lavoro che consisterà innanzitutto nel dividere i documenti falsi da quelli veri per cercare di rimettere in piedi una contabilità reale della Parmalat, e che mirerà poi alla caccia al tesoro, se c'è, dell'ex patron Calisto Tanzi. Per Bocchi, spiega uno dei suoi legali, Piero Magri, che stamattina sarà a Collecchio, collaborare con i magistrati «è una sorta di liberazione». Una liberazione «dalle illegalità che fu indotto a commettere per conservare il posto di lavoro». Ed è quello che da tempo avrebbe voluto fare, rendendo ancor più evidenti ai revisori i falsi nella documentazione del conto inesistente con 3,95 miliardi di dollari presso Bank of America. Insomma, dopo aver assorbito il colpo dell'arresto della moglie, Tonna è tornato a collaborare con gli inquirenti. E oggi opererà con al fianco il superconsulente finanziario della procura, Alberto Nobolo, gli investigatori del nucleo verifiche dela guardia di finanza di Bologna e, soprattutto gli uomini della PriceWaterhouse Coopers, i revisori messi in campo da Enrico Bondi per stanare ogni spicciolo allo scopo di evitare una richiesta eccessiva alle banche per finanziare il mega piano industriale che, a fine mese, vedrà la luce per rilanciare la nuova Parmalat. Ma i pm Antonella Ioffredi e Silvia Cavallari non saranno oggi a Collecchio. Le due inquirenti porteranno avanti il lavoro in Procura. Ed interrogheranno Lorenzo Penca e Maurizio Bianchi, i due revisori della Grant Thornton che Bocchi avrebbe chiamato in causa nelle sue deposizioni evidenziando come da loro stessi sarebbero partite le idee di alcuni "aggiustamenti" di bilancio. Domani sarà un'altra giornata clou per l'inchiesta: verrà interrogato nel carcere di via Burla Gian Paolo Zini, il creatore del fondo Epicurum, la scatola vuota con sede alle Cayman dove prima del crac i bilanci certificavano una liquidità di quasi 600 milioni di euro. Poi la seconda metà della settimana cominceranno ad essere ascoltati i primi banchieri.

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