Capitalia, partono i rimborsi dei bond
Oggi il cda discute il piano da 60 milioni di euro per i circa 29mila risparmiatori truffati
Se ne discuterà oggi in via Minghetti, sede di Capitalia, dove il consiglio di amministrazione convocato per mezzogiorno sarà chiamato a replicare alle dure critiche avanzate dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, all'intero sistema bancario con i fatti. All'ordine del giorno del bord della banca romana c'è infatti un punto dedicato proprio alle «iniziative a favore della clientela retail che detiene obbligazioni emesse da società industriali». L'iniziativa, annunciata nei giorni scorsi, era stata salutata con soddisfazione dalle associazioni dei consumatori e da Assogestioni. Il piano messo a punto dall'amministratore delegato di Capitalia Matteo Arpe, prevede un rimborso integrale per tutti quei bond al cui collocamento ha partecipato Capitalia ed il cui valore complessivo è di circa 20 milioni di euro. Per i titoli che invece non sono stati collocati da Capitalia ma semplicemente venduti, per un valore complessivo di 75 milioni di euro, il piano prevede un rimborso del 50% della perdita subita. Il tutto con un esborso previsto, appunto, dalla banca pari a circa 50-60 milioni di euro. Già dalle prossime settimane potrebbero partire i primi rimborsi e l'istituto ha cominciato a vagliare posizione per posizione mentre i vertici stanno definendo tutti i criteri di calcolo delle perdite e le modalità di indennizzo. Nel comunicato del 9 gennaio scorso quando venne annunciato il piano rimborsi si leggeva: «L'iniziativa si fonda sul riconoscimento che i recenti eccezionali avvenimenti hanno prodotto il duplice effetto di ridurre la propensione all'investimento delle famiglie in tali strumenti, con grave danno per un mercato di vitale importanza per la crescita del sistema economico del paese, nonché di creare incertezza in merito alle scelte di investimento». Un'iniziativa simile è già stata attuata da Unicredit, relativa solo ai bond Cirio. Per una strana coincidenza, l'istituto di credito guidato da Alessandro Profumo annunciò di aver siglato un'intesa con le associazioni dei consumatori che dava il via libera ai rimborsi esattamente lo stesso giorno in cui esplodeva, Parmalat. Era infatti il 19 dicembre quando Bank of America affermò che sui propri conti non esistevano i 4 miliardi di euro sbandierati da Tanzi come crediti: era l'inizio della fine della truffa. Tuttavia, tornando a Capitalia, non è escluso che la riunione di oggi sia anche l'occasione per rifare il punto sull'andamento del bilancio 2003 mentre al termine dell'incontro potrebbero essere già disponibili alcuni dati di preconsuntivo e che dunque venga data comunicazione al mercato.