Sanzioni inadeguate per reati societari
Il pg di Milano Blandini: «Sono mancati i controlli sulle società di revisione»
Il pg di Milano Mario Blandini, nella sua relazione consegnata in un non-cerimonia durata soli tre minuti (l'inaugurazione è saltata per impraticabilità di alcune zone del palazzo di giustizia), è intervenuto nella vicenda ammonendo come «nessuno si faccia illusioni: i fatti gravissimi emersi ieri ma intrapresi da ben 15 anni or sono, sono stati commessi e sarebbero stati commessi comunque, a prescindere dalle previsioni di sanzioni penali più gravi di quelle che risulteranno applicabili». Secondo Bladini in ogni caso «la nuova disciplina sanzionatoria dei reati societari - certamente condivisibile in alcune sue parti - risulta emblematicamente inadeguata a svolgere quelle funzioni concorrenti, da sempre attribuita alla sanzione penale: quella preventiva-intimidatoria e quella successiva repressiva». Il procuratore generale di Milano ha quindi puntato il dito sulla mancanza di controlli a monte da parte delle società di revisione e degli organismi di controllo: «Come hanno dimostrato recenti scandali americani ed europei - ha scritto nella relazione - sono mancati, perchè non previsti dai vari ordinamenti giuridici, i controlli sulle società di revisione e sulla qualità del lavoro dei revisori: sono queste le carenze normative che hanno indotto gli Usa e la Germania ad assumere opportune iniziative legislative che affidano una sorta di vigilanza contabile preventiva ad organismi deputati esclusivamente a tale funzione». Molto critico inoltre il Procuratore generale di Bologna, Francesco Pintor, nella cui giurisdizione ricade la procura di Parma, che ha definito la vicenda Parmalat «di eccezionale gravita» e che porterà a «preoccupanti implicazioni economiche, finanziarie e sociali, per la complessità e la vastità delle indagini, che si profilano lunghe, laboriose e difficili». Il presidente dell'Anm Bruti Liberati ha invece posto l' accento sul tema della cooperazione giudiziaria internazionale: «In questi giorni - ha spiegato - con l'indagine su Parmalat si vede come il problema dei paradisi fiscali e quello della cooperazione giudiziaria internazionale sia centrale». «Ci hanno accusato di aver tradito la legge», ha detto riferendosi alle critiche fatte dalla Magistratura alla legge sulle rogatorie. «Non è vero - ha aggiunto - tanto che la Svizzera con una nota ufficiale per la prima volta ha reso noto di aver firmato la convenzione con l'Italia proprio grazie alla nostra interpretazione». Ma, oltre alla vicenda Parmalat, l'apertura dell'anno giudiziario è stata anche l'occasione, per il procuratore generale di Milano, per fare il punto sulla lotta ai reati societari e legati alla Borsa come aggiotaggio e insider trading, un reato quest'ultimo giudicato «oggettivamente difficile da perseguire». Nel corso dell'anno giudiziario vi è stato infatti un solo rinvio a giudizio da parte della Procura milanese su appena nove denunce contro soggetti noti.