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Pensioni, l'Udc apre a Rutelli

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Applausi anche da An alla proposta della Margherita. Scontro Cgil-Cisl

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«La posizione di Rutelli è responsabile ed espressione di un'opposizione governante», plaude il sottosegretario al Welfare Pasquale Viespoli, molto vicino al suo leader Fini. Si spinge oltre il ministro delle Politiche comunitarie Rocco Buttiglione secondo il quale la proposta avanzata dal leader dei centristi dell'Ulivo e dagli ex ministri Tiziano Treu e Rosy Bindi «merita l'attenzione della maggioranza». Tra i segretari generali di Cgil e Cisl, invece, è scontro: «È una proposta incomprensibile e sbagliata», tuona Guglielmo Epifani. Al contrario, per Savino Pezzotta quella della Margherita «è una provocazione politica molto interessante». E il leader della Cisl torna anche a chiedere la messa a punto da parte del sindacato di una «proposta compiuta» di riforma. Gli applausi della Cdl. Tutto ruota attorno all'innalzamento dell'età pensionabile. La riforma del Governo prevede che dal primo gennaio 2008 (il cosiddetto «scalone») si possa andare in pensione solo con 65 anni (60 le donne) oppure con 40 anni di contribuzione minima (dai 35 previsti dalla riforma Dini). La Margherita propone una ricetta più morbida: via dal lavoro a 67 anni oppure con 59 anni di età e 35 di contributi (la cosiddetta «quota 94»), ripristinando il doppio requisito previsto dalla Dini per la pensione di anzianità (età anagrafica più anzianità contributiva). «Rutelli - ha detto Buttiglione - formula una proposta alternativa che sembra corrispondere grosso modo alle caratteristiche da noi a suo tempo indicate». Per il ministro «il cammino indicato, quello della somma dell'età anagrafica e dei contributi, sembra essere corretto. È un percorso positivo, e il Governo farà bene a dedicarvi una riflessione seria ed attenta». Dai Ds non arriva una vera e propria bocciatura della proposta della Margherita, anche se l'ex ministro della Quercia Livia Turco ha affermato che «correttivi all'età pensionabile non possono essere discussi separatamente a una complessiva riforma del welfare e di fronte ad un Governo diviso e confuso, incapace di condurre una trattativa seria con le parti sociali». La divisione dei sindacati. Da una parte la Cgil, nettamente contraria a qualunque tipo di intervento sulle pensioni di anzianità; dall'altra la Cisl, per la quale parlare di innalzamento dell'età pensionabile non è un tabù (tanto è vero che la proposta della Margherita somiglia molto a una elaborata in via Po, anche se mai ufficializzata).

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