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«Abbiamo cambiato la storia d'Italia»

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Lo ha detto il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi, a margine di un convegno organizzato dal partito a Catanzaro. «La storia dell'Italia - ha aggiunto - avrebbe potuto avere un epilogo illiberale e antidemocratico e invece ha avuto la possibilità di seguire una strada opposta, quella cioè della libertà, del progresso e del cambiamento del modo di fare politica. Ricordare questi avvenimenti a dieci anni dalla nascita di Forza Italia servirà al presidente Berlusconi per tracciare un bilancio del ruolo svolto da Forza Italia nella storia e nella vita politica italiana. Sarà possibile tracciare anche una prospettiva per il futuro di questo Paese perchè ci attendono ancora delle grandi sfide da realizzare: come quella di cambiare l'Italia e del modo di fare politica». «Ed è alla luce di queste due grandi sfide e di queste due grandi responsabilità - ha concluso Bondi - che affrontiamo anche i temi della verifica». «Forza Italia è diventato un partito radicato sul tutto il territorio», ha aggiunto il vice coordinatore nazionale di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto. «All'interno di Forza Italia - ha aggiunto Cicchitto - convivono positivamente sia coloro che non hanno mai fatto politica dal 1994 e sia chi viene da esperienze cattoliche, socialiste riformiste o liberali. Oggi tutte queste esperienze devono diventare una ricchezza per coniugare il momento del presidenzialismo di Berlusconi con una democrazia interna che deve essere la linfa vitale delle varie realtà regionali e locali». Tornando a Bondi, il coordinatore si è poi soffermato sullo stato di salute della coalizione: «L'unità, la coesione e l'omogeneità tra i partiti della maggioranza di governo della Cdl è molto più forte di quanto non appaia dalle superficiali polemiche politiche». «Ogni volta che affrontiamo un tema - ha aggiunto Bondi - si vede quanto la Cdl è unita e coesa sui problemi fondamentali del Paese. Tutto al contrario di quanto avviene nell'ambito dell'opposizione, nella sinistra, in cui è assente ogni riferimento ai problemi concreti, ai programmi ed in cui domina soltanto la discussione sui tricicli, sulle liste unitarie che unitarie non sono e sul fatto che Di Pietro debba fare parte o meno dell'Ulivo e se debbano farne parte anche D'Ambrosio, Caselli o Borrelli».

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