PARMA — Sul conto Bank of America 8660001841 si troverebbero i 7 mld di dollari del tesoro di Tanzi.
Venendo all'inchiesta parmense, quella che in mattinata, un investigatore aveva definito «una priorità», nel corso della giornata è andata sfumando e, in serata, c'era anche chi negava che fosse mai esistito un caso, che però ha movimentato la giornata: quello dell'ex contabile Parmalat, Gianfranco Bocchi, che aveva parlato di presunte verifiche fiscali compiacenti sui conti del gruppo, nel corso degli anni, da parte degli «operanti». A detta di Bocchi, l'ex direttore finanziario Luciano Del Soldato lo avrebbe rassicurato che questi «operanti», senza spiegare se fossero militari della Guardia di Finanza o altri, erano stati pagati per ammorbidire i controlli. Inevitabile che la cosa interessasse gli inquirenti. Ma a chiudere la giornata movimentata è stata in serata il pm Silvia Cavallari, di ritorno in Procura dai lunghi interrogatori di ieri: «Gli è stato chiesto se aveva degli elementi: ha risposto che non aveva nessun elemento», ha detto il magistrato a proposito di quanto Bocchi avrebbe detto sull'argomento. Per il resto, il contabile, «è stato molto collaborativo», in particolare nel ricostruire quanto sapeva dei conti dell'azienda. «Era un impiegato - ha detto il suo legale, Salvatore Pino -. O faceva ciò che gli veniva detto, o presentava le dimissioni». Il professor Luigi Stortoni, legale di Del Soldato, interrogato nuovamente oggi dai pm di Parma, ha assicurato che al suo assistito, in carcere dal 31 dicembre scorso, su questi controlli compiacenti di domande non ne sono state fatte dalle pm Antonella Ioffredi e Silvia Cavallari che si sono divise i compiti nell'interrogare l'ex manager e, fino in serata, nuovamente Bocchi e Fausto Tonna. «Interrogatorio chiarificatore, in cui ha chiarito tutto», ha precisato il legale che non prevede altri botta e risposta tra Del Soldato e i magistrati.Il terzo dei pm che si occupano del caso Parmalat, Vincenzo Picciotti, è stato a lungo in Procura a Milano per partecipare, con i suoi colleghi lombardi, all'interrogatorio dell'unico degli ex direttori finanziari di Parmalat ancora a piede libero, Alberto Ferraris. Nel capoluogo lombardo si sono anche riuniti i vertici della Guardia di Finanza milanesi ed emiliani. Una riunione già prevista da giorni ma sulla quale sarebbero aleggiate le parole generiche ma inquietanti di Bocchi sulle presunte verifiche fiscali morbide nel gruppo Parmalat. L'azienda rientrava comunque nel piano dei controlli del 2003, e negli anni precedenti fu sottoposta a verifiche parziali nelle società che la compongono (ne fece le spese anche il Parma Calcio con una pesante multa per alcune irregolarità).