«È il premier che vuole più peso per Fini»
La verifica è appena iniziata». Ignazio La Russa dribla elegantemente per tutto il giorno domande e interrogativi sul rimpasto e anche sugli incontri tenuti in vista del futuro assetto governativo. Ma quando sente il nome del ministro Marzano risponde. Eccome se risponde. Il titolare del dicastero delle Attività produttive dice sostanzialmente: i ministeri sono stati distribuiti in base ai voti, non ci sono state altre elezioni, quindi non c'è nulla da cambiare ora. Che cosa risponde? «Non rispondo». Come non risponde? «No, non rispondo. Non replico». Ma insomma, An ha già quel che le spetta? «Senta, lasciamo perdere questo argomento. Poi mi vengono delle brutte battute...» Be', la dica. «No, lasciamo stare. Non mi sembra il caso. Vedo solo un pentolone con l'acqua calda...». E che cosa vuole dire? «Ripeto: lasciamo stare. Siamo alle battute iniziali della verifica, come si fa a tirare le somme? Mi sembra che stiamo ancora in una fase interlocutoria, stiamo parlando, ragionando, discutendo». Per quanto tempo? Per mesi? «Una volta le verifiche si facevano per mesi. No, la faremo in alcuni giorni, diciamo una settimana, dieci giorni. Tutto qua, presto sarà tutto finito». Per Fini sembra allontanarsi il dipartimento dello Sviluppo. È così? «Credo che sia fuori strada». Chi? Fini? «No, lei. La situazione è esattamente al contrario. È Berlusconi che ha chiesto un maggiore coinvolgimento per Fini. È Berlusconi che vuole che il vicepremier abbia maggior peso. È Berlusconi che vuole che An non debba soffrire, ma che, anzi, possa sentirsi appagata e giustamente valorizzata». Ci sarà spazio solo per An? «No, Berlusconi vuole nel governo anche Follini. Ma non vuole penalizzare nessuno». Così però non si esce, non le pare? «Non credo. Si troverà una soluzione in tempi brevi». Ma l'Udc invece su questo punto non è d'accordo con An. Anzi, vorrebbe tempi più lunghi rinviando gli eventuali ritocchi dell'esecutivo? «Con l'Udc c'è identità di vedute. Ci può essere una diversa sensibilità». Ai centristi conviene fare il rimpasto dopo le Europee visto che potrebbero aumentare i consensi? «Non è di questo che si sta parlando. Non siamo in questi termini, non si discute di poltrone, posti e altro». An ha acceso il cerino della verifica e non sa come spegnerlo? «Non tutti erano convinti della necessità di fare una verifica. Ricorda? Mi sembra che tutti adesso riconoscano invece che si debba fare. Non solo, ma che bisogna effettuarla bene, in maniera approfondita. Ecco, abbiamo questo merito e non mi sembra poco. Per il resto, siamo in una fase interlocutoria. Stiamo tutti calmi, ora». F. D. O.