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di CHRIS BONFACE QUATTRO società del gruppo, due del settore turistico, una immobiliare ...

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Fausto Tonna e altri dirigenti ed ex manager del gruppo che hanno fatto rientrare in Italia circa 30 milioni di euro su conti correnti intestati a società a responsabilità limitata (per Tonna quello di una società agricola toscana). Soldi rientrati aderendo allo scudo fiscale e pagando la relativa imposta. Alla fine nell'ultimo anno l'unico ad avere ricevuto dal gruppo di Calisto Tanzi soldi veri a sorpresa è stato il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti. Perchè con lui (certo grazie alle norme fiscalmente agevolate) alla fine la banca del buco almeno le tasse le ha pagate. Il caso è emerso ieri dopo che si erano diffuse voci di un nuovo buco imprevisto nei conti del Parma calcio proprio per mancati pagamenti fiscali. La società, che ora è gestita da Enrico Bondi, ha fatto due rapidi conti e ha scoperto le ricevute con cui si era deciso di aderire alla proposta di condono tombale di Tremonti. Per altre imposte non pagate, essenzialmente l'Irap per una differenza di interpretazione normativa (i Tanzi in realtà speravano che i politici cancellassero quella tassa per le società calcistiche), è comunque stato creato un fondo rischio integrativo. Il nuovo buco quindi è stato scongiurato. Restano semmai da pagare sei tranche dell'operazione di cartolarizzazione dei crediti Parmacalcio effettuata dalla Fiordilatte srl della famiglia Tanzi per circa 70 milioni di euro. La prima, da 12, 5 milioni di euro, ha scadenza 22 marzo 2004. L'operazione è parzialmente garantita da Assicurazioni Generali con cui è stata stipulata una polizza contro il rischio default da 31 milioni di euro. Sembre a proposito di conti di famiglia ieri Calisto Tanzi «ha preso molto male» la notizia segnalata dall'ufficio italiano cambi alla Procura di Milano di un trasferimento di 700 mila euro da un conto estero a uno italiano fatto l'8 gennaio scorso dalla moglie Anita. «Non sta nè in cielo nè in terra. Non c'è nessun conto estero e mia moglie non c'entra niente», ha detto Tanzi ai suoi difensori, Fabio Belloni e Michele Ributti. I due legali pensano si sia trattato di un giroconto: un trasferimento dalla Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza ad un altro conto presso lo stesso istituto di credito. Intanto ieri a Palazzo di Giustizia, è stato convocato Giacomo Torrente, ex avvocato e ora amministratore unico di Argho: il suo nome compare negli atti dell'indagine ed è accostato a quello di Antonio Manieri, il cosidetto «cavaliere bianco» che ai primi di dicembre avrebbe offerto a Calisto Tanzi 3,7 miliardi di euro. Torrente ha detto che quei 3,7 miliardi di euro esistevano veramente («non sono un visionario»).

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