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di GIULIA CERASOLI I CONSIGLIERI di amministrazione bacchettano l'Annunziata «litigiosa», ...

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Giornata «calda» quella di ieri per la Rai, nonostante la riunione del CdA dopo un'iniziale «gelo» dovuto ai rapporti ormai molto tesi tra Cattaneo e la presidente (a causa delle ultime e frequentissime liti) è andato avanti in maniera civile e costruttiva con l'approvazione unanime dei criteri per la definizione dei piani di produzione e trasmissione e l'audizione di Carlo Sartori sul progetto del digitale terrestre (affrontato già lunedì sera nella riunione al De Russie). Nonostante il clima più sereno infatti, i consiglieri Alberoni, Veneziani, Rumi e Petroni sono stati costretti ad affrontare con la presidente il capitolo dei forti dissapori con Cattaneo. «Non vogliamo più vivere questa situazione in cui siamo spettatori di un conflitto a due, che poi ci tocca giudicare posteriormente», hanno sottolineato i consiglieri, imbarazzati come dei «cognati» di fronte ad un «conflitto coniugale», aggiungendo poi che il fatto che l'Annunziata si esprima sempre a titolo personale senza consultare gli altri consiglieri, non giova alla collaborazione aziendale, perché più spesso «può trovarsi sconfessata» dagli altri. Insomma, l'invito alla presidente è di confrontarsi più spesso con il CdA, visto che poi il dg continua a ripetere: «rispondo solo al CdA». Il Consiglio ha infine approvato i contratti per la produzione della serie «Gente di mare» e della miniserie «Cime tempestose». Una breve parentesi della seduta è stata dedicata al caso Bonolis-Ricci, con Cda e direttore generale concordi sulla necessità di acclarare ogni eventuale risvolto della vicenda che possa danneggiare la Rai. Clima rovente anche sul ddl Gasparri (domani si conoscerà il numero esatto degli articoli che saranno oggetto di esame da parte del Parlamento) dove la sinistra insiste nel voler modificare anche gli articoli che riguardano al Rai e i criteri di nomina dei vertici. In particolare il presidente della Vigilanza Petruccioli ha scritto una lettera ai colleghi di Camera e Senato. Petruccioli invita i colleghi a cogliere l'occasione del riesame della legge Gasparri per rivedere anche quella parte «che il messaggio del Presidente non tocca», cioè quella sulla Rai. Petruccioli in sintesi considera eccessivi i compiti e i poteri del direttore generale e ne chiede il ridimensionamento, anche in rapporto ai poteri assegnati al presidente «di garanzia». «L'accentramento dei poteri», infatti per Petruccioli «non ha funzionato» e i conflitti attuali ne sono la conferma. Molte le reazioni politiche a cominciare da Butti (An) che ribadisce: «I criteri di nomina del direttore generale non si toccano». Positivo, per Butti, è solo «che Petruccioli abbia compreso il danno anche di immagine per l'azienda causato dalle estemporanee polemiche e distruttive uscite della presidente Annunziata». «L'iniziativa di Petruccioli è ancora una volta estemporanea e fuori luogo», è l'opinione di Giorgio Lainati, capogruppo di Forza Italia in Vigilanza.

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