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Da Forza Italia un coro: decisione politica Adesso si pensa a un nuovo provvedimento forse di natura costituzionale. La Cdl fa muro

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La convinzione è diffusa nella Cdl dopo che la Corte Costituzionale ha silurato il lodo Maccanico-Schifani. La maggioranza tuttavia dichiara che intende rispettare la sentenza della Consulta. E pur non condividendola, comunque ne terrà conto dato che intende riproporne la sostanza della legge bocciata in un nuovo provvedimento, probabilmente di natura costituzionale. «Il problema cui la norma voleva dare soluzione rimane intatto - dice Claudio Scajola - e occorre dotare l'ordinamento italiano di una legge in linea con quelle degli paesi». È soprattutto in Forza Italia che si sottolinea l'occasione perduta di allinearsi con quello che si fa in Europa, e si denuncia la ratio politica della sentenza. «Questo era un tentativo di moderazione volto ad arrestare la deriva giustizialista - dice Fabrizio Cicchitto - ma la sentenza è influenzata da quella parte della sinistra che intende fare dell'uso politico della giustizia lo strumento essenziale della sua lotta contro il governo». «Con questa bocciatura siamo tutti un pò meno europei», aggiunge Sandro Bondi. Taormina invoca il ripristino dell'immunità parlamentare, mentre per Isabella Bertolini dalla Consulta, oltre a una sentenza politica viene «un attacco alle istituzioni e un insulto forte al Quirinale che la aveva voluta e controfirmata». Per giunta i principi base, si osserva, nascevano dal centro sinistra con il lodo Maccanico. «Non condividiamo questo verdetto ma lo rispetteremo - dichiara Schifani - anche se oggi è stata negata al nostro paese una norma di civiltà giuridica e istituzionale che sveleniva lo scontro tra potere giudiziario e politico». Berlusconi, non sarebbe rimasto sorpreso. Lo stesso premier, a chi era con lui, avrebbe confidato di non essere in definitiva sorpreso dall'epilogo di un percorso, tutto politico, iniziatosi da tempo e ancora in divenire. Nel corso dei numerosi incontri avuti ieri, il premier ha ribadito la legittimità e la validità del lodo, sulla quale gli alleati hanno fatto quadrato, ed ha espresso la volontà di andare avanti in Parlamento. Intanto, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi (Udc) osserva: la sentenza non boccia il merito del Lodo Schifani ma lo strumento, quindi se ne può riproporne la sostanza attraverso una legge costituzionale. «Terremo conto dei rilievi - dice dal canto suo Scajola - ma affronteremo e risolveremo il problema serissimo di proteggere le più alte cariche dello Stato da atti di persecuzione giudiziaria». Il Guardasigilli Roberto Castelli osserva: «Temo che questa sentenza complicherà i rapporti tra politica e magistratura». Dall'Udc, Follini è netto: »Ho votato il Lodo nella convinzione che sia una legge giusta e coerente con la Costituzione: tale era la mia opinione e tale resta oggi». Mentre Fini tace Ignazio La Russa, coordinatore di Alleanza Nazionale, dice no a «strumentalizzazioni politiche improprie, grossolane e quindi inaccettabili». D. T.

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