Scontro fra Lega e Udc su federalismo e verifica

Bossi preme a tutta forza su Berlusconi per avere la devolution e Buttiglione denuncia: la Lega sa che avrà la sua riforma ma vuole ben altro, e cioè il predominio sul governo dell'economia, ma non lo avrà. Speroni, capo di Gabinetto di Bossi del quale è sempre stato un fedelissimo, risponde che la Lega sta al governo solo per il federalismo e nulla le interessa della guida economica del Paese. Poi, nella mattinata di ieri Bossi si è incontrato con D'Onofrio (Udc) relatore della legge, per un confronto nel quale il leader leghista ha espresso la sua preoccupazione che la devolution possa essere «annacquata». Secondo D'Onofrio, ora cruciale potrebbe essere anche l'atteggiamento dell'opposizione che se si impuntasse potrebbe allungare i tempi dell'esame del provvedimento. In giornata, poi, Bossi e Tremonti, avrebbero avuto un incontro in Sardegna col presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Secondo voci diffusesi ieri sera, peraltro non confermate, il leader della Lega e il ministro dell'Economia, sarebbero stati invitati a villa La Certosa, dove il premier sta trascorrendo un periodo di riposo, dedicato a un approfondimento dei principali temi dell'attualità politica e di governo. Bossi peraltro, come di consueto, in più interviste in mattinata aveva tenuto alti i toni. Ho sempre avuto il sospetto che la devolution non si sarebbe fatta, che avrebbero messo i bastoni fra le ruote. E così è accaduto, con la questione dell'«interesse nazionale» portata soprattutto da An, n.d.r.). Un imbroglio, aveva proseguito il senatùr, che non si sarebbe potuto fare se con ci fosse stato di mezzo anche Berlusconi. E aveva dato un settimana di tempo al Cavaliere e agli alleati: il tempo cioè nel quale la questione in commissione Affari costituzionali del Senato (che riprende stamane i suoi lavori sulla riforma) «chiuderà la partita». A Berlusconi l'avevo detto, recriminava Bossi: dammi subito la devolution e poi passiamo al resto. Invece c'è stata una manovra concertata che sta insabbiando tutto. Quindi ripete il consueto avvertimento: o federalismo o ciascuno per la propria strada. E aveva ricordato che ai primi di febbraio ci sarà l'assemblea della Lega dalla quale verrà la risposta a chi ha tradito l'alleanza. Dal canto suo Buttiglione conferma che le riforme che la Lega vuole verranno fatte. Se Bossi insiste nella politica delle fughe in avanti, vuol dire allora, secondo il ministro centrista, che a parte il metodo dei continui «ricatti» ha in realtà ben altri obiettivi nella mente. «È un pò sospetto questo continuo rilancio di Bossi. Non sono le riforme quello che vuole: è altro. Bossi - dice Buttilgione a La Stampa - vuole la guida economica del Paese. Non possiamo dargliela, e non gliela daremo. Per carità: la Lega ha tutto il diritto di avere sue idee di politica economica. Che se ne parli. Ma se pensa di averne la guida, sottraendola al dibattito interno alla coalizione, questo non è possibile. E Tremonti, che io ho sempre apprezzato, deve essere patrimonio di tutta la coalizione, non il pezzo privilegiato di un partito.». Intanto, oggi l'Udc tiene la sua direzione nazionale e rilancia la propria «sfida» a Tremonti. L'incontro si aprirà con una relazione del vicesegretario D'Antoni, ex leader della Cisl, che sarà incentrata proprio sui temi dell'economia. D. T.