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Margherita divisa sull'ingresso dell'ex pm

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Se non si trova l'accordo, parte il nuovo treno. Rimarrà così lo spazio per chi crede che non si può andare avanti con ex comunisti ed ex democristiani». È quanto ha detto Achille Occhetto a Marina Magistrelli, senatrice della Margherita, durante la trasmissione «C'è Diaco». Sul futuro dell'Ulivo, Occhetto (in lizza con Di Pietro),auspica «la formazione di un soggetto di coalizione, ciò significa - prosegue il senatore dei Ds - che i partiti non scompaiono ma cedono quote di sovranità, prendendo decisioni a maggioranza. Se questo accade, abbiamo fatto bingo». Durante la puntata, in collegamento da Milano, è intervenuto anche Antonio Di Pietro che, alle obiezioni della Magistrelli sul referendum contro il lodo Schifani, ha risposto: «Le mie proposte non le posso fare ad un tavolo al quale non sono invitato. Posso parlare solo raccogliendo firme per un referendum». Intanto nella Margherita c'è stata se non proprio una spaccatura, una divisione di fatto. Così uno dei partecipanti alle cinque ore di riunione della direzione, che si è tenuta ieri a porte chiuse, descrive il dibattito che si è sviluppato sull'ingresso di Antonio Di Pietro nella lista unitaria per le europee. A quanto si apprende, nella sua relazione iniziale, Rutelli avrebbe registrato le difficoltà di misurarsi con i girotondi riportando quanto avvenuto all'assemblea di sabato e domenica al teatro Vittoria di Roma, e sul tema Di Pietro lo stesso avrebbe mostrato una netta chiusura, riproponendo gli argomenti già usati all'assemblea dei girotondi, primo tra tutti il referendum, considerato un vero e proprio atto di divisione nell'Ulivo. Dall'altra parte, Castagnetti e Mancino avrebbero fatto invece notevoli pressioni per un'apertura reale all'Idv sostenendo questa linea: bisogna farlo entrare, come si fa a dire di no, verifichiamo fino all'ultimo e facciamo tutto il possibile in questo senso. Lo stesso Parisi, pur non facendone cenno nel suo intervento, nelle conversazioni con gli altri dirigenti è parso a sua volta molto netto, sostenendo che non si può perdere troppo tempo: ormai lo conosciamo bene - avrebbe detto in sostanza - addirittura nella ragione sociale del suo movimento non è neanche specificato che Idv è collocato stabilmente nel centrosinistra. Il vicepresidente della Margherita (facendo anche un accenno a D'Alema e Cossiga) avrebbe poi aggiunto che la lista unitaria non deve portare ad un partito riformista, bensì al rafforzamento di un Ulivo come soggetto di coalizione tra forze diverse. (ANSA). E poi ci sono i socialisti. «O lui o noi», ha ribadito il capogruppo dei deputati dello Sdi, Ugo Intini, parlando dell'inclusione del leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, nella lista unitaria dell'Ulivo. «Il dipietrismo è qualcosa a sè stante», spiega Intini, sottolineando che «siamo interessati ad un'aggregazione riformista formata dalla sinistra credibile come forza di governo e alleata con Rifondazione, movimenti, Verdi, girotondi».

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