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Saragat e lo strappo di palazzo Barberini

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È stata la sinistra a rimuovere il ricordo del fondatore del riformismo italiano

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Lo fanno sei giorni dopo la commemorazione promossa da un altro sociademocratico, l'ex ministro Luigi Preti. Nella sala principale dello storico edificio dove vide la nascita il Psli, sorto da una costola del Psiup, sono accorsi i congressisti che hanno animato i lavori del XXV assise del Psdi. Ha partecipato alla cerimonia Ernestina Saragat, la figlia del grande statista e presidente della Repubblica. Il segretario del Psdi, Giorgio Carta, riserva un frecciata polemica alla celebrazione che ha preceduto la cerimonia di ieri affermando che «non sono state due manifestazioni uguali». Rivolgendosi a Luigi Preti, Carta puntualizza che «si è tentato di fare una celebrazione unitaria su Saragat. Ma sono certo che se Giuseppe Saragat avesse potuto scegliere sarebbe stato qui all'interno del suo popolo». La figlia di Saragat applaude. Lo scrittore Antonio Spinosa, che fu amico di Saragat, ha ricordato il leader storico del Psdi e nel suo ritratto dello statista sono tornate le polemiche sulla rimozione storica del fondatore del riformismo italiano. Il più polemico di tutti è apparso l'ex segretario socialdemocratico Antonio Cariglia che, con il garbo che lo ha sempre contraddistinto, ricorda che all'interno della sinistra ci sono «tante contraddizioni». Cariglia spiega: «Non mi sembra che gli ex comunisti siano sulla linea socialdemocratica. Il nostro ritorno non vuole essere una presenza per fare delle polemiche, ma per fare in modo che ci si comporti da socialdemocratici». La commemorazione di Giuseppe Saragat porta con sé un'altra contraddizione. Il partito che è stato fondatore dell'Internazionale socialista, se avrà un suo rappresentante eletto nel Partito socialista europeo alle prossime elezioni europee, dovrà fare una trafila per entrare a far parte della grande famiglia dell'Internazionale. Carta spiega che «la direzione del partito discuterà di questo problema. Ma l'Internazionale socialista deve essere meno dogmatica perché i tempi non sono gli stessi di quando è nata». Il regolamento dell'Is è un'assurdità se si pensa al contributo dato dal Psdi al riformismo italiano. Ma non è il caso di essere sorpresi. Di assurdità ne sono state ricordate molte nel corso della commemorazione della scissione di Palazzo Barberini del 12 gennaio del 1947. Il termine più utilizzato nel corso del ricordo di Giuseppe Saragat è stato «rimozione». L'accusa di aver dimenticato il padre dei riformisti italiani è indirizzata alla cultura comunista che osteggiò sempre, fin dalla nascita del Psli, il grande statista considerato «troppo liberale dai marxisti e troppo marxista dai liberali», come ha sottolineato Spinosa. Lo scrittore ha ricordato quando Saragat veniva accolto in Padania dai comunisti nei comizi in piazza, «che lo stendevano con la giacca rivoltata per far intendere a Saragat che il suo era un comportamento da voltagabbana». Già, ma la verita è che alla sinistra non piaceva quel riformista che veniva a dire ai comunisti, come ha ben spiegato Spinosa, «che era perfino Marx a dire che il libero sviluppo di ognuno avrebbe garantito il libero sviluppo di tutti».

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