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NIENTE «scisma» in An, ma la polemica interna rimane.

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«Senza mancare di rispetto - dice nella città marchigiana parlando della sua mancata partecipazione all'Assemblea nazionale - sarei andato se fosse stata una cosa veramente importante. Invece, tutto si è risolto in una generica richiesta di verifica e con i titoli dei giornali che oggi dicono: "Basta Tremonti e Bossi". Ma questo sono due anni che lo diciamo». Inoltre, secondo il Governatore del Lazio, ieri all'assemblea è mancata la parola congresso. «Ho avuto la percezione della sordità della discussione - ha spiegato - quando mi sono accorto che mancava una parola importante, fondamentale, chiesta da migliaia di persone, anche all' Hilton: la parola congresso. Perché non è mai stata pronunciata? Che paura c'è?». E ha osservato che si è parlato di «largo consenso» sulle posizioni del leader il quale però a Bologna «aveva avuto l'unanimità». L'esponente di An, che è stanco di sentirsi considerare come «il capofila dei nostalgici» e quindi, in qualche modo, l'alibi del partito, ha voluto in qualche modo evitare «il solito gioco delle parti». A Fini ha invece chiesto «cose concrete» sia nella verifica sia nell'azione di governo e l'orgoglioso riconoscimento dell'identità della destra. Fini, ha osservato, non ha detto che cosa succede «se la verifica va male» e nella sua relazione è stato «generico» su molti temi, dalla grazia a Sofri alla vicenda Parmalat («va bene lo statuto dei risparmiatori, ma ci vuole un vero governo dell'economia»). Quanto alla verifica, Storace ha elencato una serie di temi, coincidenti con gli ordini del giorno votati dall'assemblea, spesso in contrasto con i contenuti della relazione del leader. Fra questi la questione palestinese, il sostegno alle politiche sociali delle regioni, l'attuazione del patto per l'Italia, il riconoscimento dell'identità della destra con la giornata della memorie per le foibe. Tutte cose, sottolinea Storace, che An avrebbe potuto chiedere già da tempo «un minuto prima» di dover inghiottire provvedimenti indigesti «come la Cirami, il lodo Maccanico, pezzi di devolution». Storace ha anche commentato vari passaggi della relazione tenuta da Fini all'Assemblea nazionale di An. «Ha detto di non vedere altro futuro per lui se non alla guida di Alleanza Nazionale - ha osservato - io speravo che dicesse che la sua massima aspirazione era di essere alla guida dell'Italia» che «viene prima di tutti i partiti», ed è stata l'Italia a chiedere «il cambiamento che ci ha portati al governo, stracciando la sinistra». Storace ha ricordato comunque che il partito «è stato costruito in 40 anni di sacrifici, democrazia, martirologio dei nostri ragazzi, quando era difficile dirsi di destra. Abbiamo percorso tutte le strade, i sentieri, i viottoli della rivoluzione democratica e siamo arrivati al governo per via democratica, non per un colpo di Stato». Quanto a «Italia Sociale», è «per ora un'associazione», ha precisato Storace, e «avrà una struttura orizzontale, in movimento per ascoltare e dialogare».

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