Dopo An anche l'Udc passa all'attacco
Oggi infatti il governo incontra a Palazzo Chigi Cgil, Cisl e Uil per una parola conclusiva sugli esiti degli incontri tenuti sulla riforma delle pensioni. Ma sabato c'è stato il perentorio invito di Fini a non interrompere il dialogo con i sindacati per arrivare a «una riforma efficace, meno conflittuale e più condivisa». E alla pressione di An si aggiunge altrettanto decisa quella dell'Udc, con Buttiglione che ieri rilancia anche sui temi più generali dell'economia, chiedendo «un confronto più ampio» con i sindacati che «dal tema delle pensioni si estenda a quello del welfare e della politica economica». Una richiesta non molto lontana da quella di una vera e propria verifica a 360 gradi come fatta da Fini sabato. A questo punto nella maggioranza, almeno su questi argomenti, sembra ricostituirsi il cosiddetto asse An-Udc già sperimentato in più occasioni sui temi di politica economica. D'altro canto, Maroni l'altro ieri ha dichiarato di considerare chiuso il confronto coi sindacati sulle pensioni pur volendo mantenere in piedi un non chiaramente definito «dialogo». Di prima mattina quindi oggi, prima dell'incontro governo-sindacati, si avrà un vertice «tecnico» fra i rappresentanti dei partiti della maggioranza che hanno seguito da vicino la vicenda. Dovrebbe parteciparvi anche il ministro Alemanno il quale, ieri, dichiara: «Le pensioni non entreranno nella verifica politica se si trova una soluzione su cui concorda tutta la Casa delle Libertà». La riforma previdenziale contenuta nella delega ferma al Senato, spiega, diventerà uno dei temi oggetto del chek up di governo. Un chek up che, secondo Alemanno, dovrà comunque avere tra i temi in agenda «la riforma del welfare ed il metodo del dialogo sociale». Alla dichiarazione di Alemanno segue quella di Buttiglione, che allunga il tiro e riprende il tema della verifica nel più ampio campo sociale e politico-economico. Serve «un confronto più ampio» con i sindacati che «dal tema delle pensioni si estenda a quello del welfare e della politica economica», anche per far accettare eventuali esigenze di interventi che singolarmente non sarebbero accettati. Ma anche un metodo che «parta dai punti sui quali c'è accordo per poi stimolare le proposte delle parti sociali sui nodi ancora da sciogliere». Secondo Buttiglione «anche Maroni è d'accordo con il metodo della concertazione», e nel confronto «devono anche essere coinvolti gli industriali, gli artigiani e i lavoratori indipendenti». E il metodo della concertazione, prosegue il ministro delle Politiche comunitarie, «sono convinto che non solo bisogna mantenerlo ma anche estenderlo. Il confronto deve essere più ampio e passare anche ad altri temi per delineare una politica di sviluppo economico. Dalle pensioni bisogna estendere il confronto al welfare e anche alla politica economica e questo è anche il modo per convincere i sindacati ad accettare anche qualche misura che a loro piace meno». Cosa uscirà dal pre-vertice di questa mattina? Fonti qualificatissime di An non escludono che si possano avere spiragli positivi da parte di Maroni. Ma basteranno ad allentare la tensione nella maggioranza? Secondo quanto detto da Buttiglione a questo punto la riforma pensionistica andrebbe riaperta. Ma a suo tempo Tremonti esplicitamente dichiarò che questo tema fa parte integrante della manovra economica. Intanto, nell'ambito del chiarimento nella Cdl tutti continuano a ostentare disinteresse a eventuali rimpasti.