Riforma dell'Authority, Lega e An ai ferri corti
Di fronte all'assemblea di An pone invece l'accento sulla necessità di introdurre maggiori paletti sull'ingresso degli imprenditori nei Cda delle banche e lancia una nuova proposta: la Ragioneria generale dello Stato sia più autonoma e diventi l'Authority per la tutela dei conti pubblici e, quindi, del risparmio pubblico. Sul tappeto del confronto politico, animato dall'assemblea annuale di An, ci sono però anche il ruolo della Banca d'Italia e il tema della durata dell'incarico del governatore. Su questo interviene anche il ministro del Welfare, Roberto Maroni: «È opportuno rivedere le regole» anche perché «l'unica carica elettiva a vita che è legittima è quella del Santo Padre». Sono molte le voci di Alleanza nazionale secondo le quali il problema non deve essere «personale». Non si tratta cioè di mettere in discussione la carica di Antonio Fazio, ma di riformare il sistema e che, in ogni caso, un mandato a termine - come ha sintetizzato il viceministro Mario Baldassarri - «non è un tabù». Sulla stessa linea il ministro Gianni Alemanno, secondo il quale «non c'è un problema Fazio». La posizione espressa da Fini è che «in assenza di un forte mutamento delle leggi sui controlli incrociati fra banche ed imprese, non ha molto senso spostare la vigilanza da una autorità all' altra. Peggio ancora pensare di risolvere il problema cambiando le persone senza mutare le regole da far rispettare e il ruolo delle istituzioni di controllo». Sull'argomento si fanno sentire anche i sindacati: secondo il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, un mandato a tempo «non è uno scandalo», mentre, secondo il segretario della Cisl Savino Pezzotta, togliere poteri a Bankitalia «è un errore». Più in dettaglio poi, parlando del crack Parmalat, Fini ha ricordato la necessità di intervenire per spezzare i legami perversi tra banche ed imprese e di rivedere la normativa sui revisori. L'intervento di Fini, che chiede agli alleati della Cdl anche più collegialità nelle scelte economiche riapre il dibattito sul risparmio fornendo una nuova ricetta: tre istituti «modificati» a guardia del risparmio privato (Consob, Antitrust e Banca d'Italia) e uno, la Ragioneria, in cui si fonderebbero alcune competenze ora in capo alla Corte dei Conti, a tutela dei conti e del risparmio pubblico. In questo caso a frenare è il portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi. «Dubitiamo - dice - che si possano creare nuove strutture che riducano le responsabilità del governo e del Parlamento».