PER IL PARERE VINCOLANTE
Al massimo un paio di settimane, dovrebbe aversi il parere, vincolante, sulla compatibilità del provvedimento italiano con le norme europee. Il giudizio, sulla base di recenti dichiarazioni rese a Bruxelles, potrebbe ben essere un via libera. Il decreto legge varato il 23 dicembre con le «Misure urgenti per la ristrutturazione industriale delle grandi imprese in stato di insolvenza», e subito applicato al crac di Parmalat, è stato notificato ieri a Monti, Commissario europeo alla concorrenza e responsabile per il controllo sugli aiuti di Stato. Monti, in una telefonata al ministro per le Attività produttive Antonio Marzano, aveva assicurato già prima di Capodanno un esame rapido, e ieri un suo portavoce ha confermato che per l'esito dell'esame è «questione di giorni o al massimo di settimane, ma certamente non di mesi». L'esame si presume dovrà chiarire se la protezione dai creditori garantita dal decreto per le grandi aziende con oltre mille dipendenti e un miliardo di euro di debiti discrimina altre imprese e, soprattutto, se impegna risorse pubbliche: Nei giorni scorsi però vi sono stati vari segnali definibile positivi per il decreto e quindi per Parmalat: innanzitutto l'assicurazione di Marzano, annunciata da fonti ufficiali di Bruxelles, che il «caso-Parmalat» non comporterà la concessione di «alcun aiuto di Stato».