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Capitalia rimborsa chi ha bond-truffa

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Il gruppo capitolino sta predisponendo un piano salva-bond a tutela dei risparmiatori incappati nelle vicende Cirio, Parmalat e Giacomelli e in generale di coloro che hanno obbligazioni emesse da gruppi industriali italiani. Al tempo stesso Capitalia, che si ritiene truffata al pari dei risparmiatori, ha intenzione di chiedere i danni a chi ha determinato questi dissesti aziendali. Il piano di rimborso avverrà con due modalità. Il costo dell'operazione sarà di 60 milioni di euro. Primo caso:se Capitalia ha partecipato all'emissione o alla sottoscrizione dell'obbligazione, il rimborso sarà totale ma ancorato ad un tetto. Questo vuol dire che il contributo della banca sommato al valore del titolo che resterà del cliente renderà l'investimento equivalente a quello di un titolo di Stato, sia come capitale che come rendimento. Ovvero se il cliente pensava di avere da quell'investimento obbligazionario un guadagno elevato, Capitalia non coprirà queste sue aspettative ma il rimborso sarà equivalente al rendimento di un titolo di Stato. Caso due: se Capitalia non è stato l'emittente principale del bond, il rimborso sarà fino a un massimo del 50% delle perdite sostenute sul costo dell'investimento. I criteri per la definizione delle perdite sono ancora in corso di elaborazione. Per i clienti che non fossero interessati al piano, l'accordo verrà affidato a una commissione di conciliazione presieduta da «una personalità indipendente» precisa Capitalia, e con la partecipazione di una rappresentanza delle associazioni dei consumatori. Ma non è tutto. Capitalia intende rivalersi nei confronti «dei responsabili dei dissesti aziendali». Saranno cioè avviate azioni legali. L'operazione bond non riguarda solo Cirio, Giacomelli e Parmalat ma anche le altre emissioni obbligazionarie in mano ai clienti di Capitalia. Infatti sarà possibile trasformare il proprio investimento diretto in quote di un fondo specializzato in obbligazioni corporate con alcune caratteristiche: nessuna commissione di ingresso e sconto del 50% sulla commissione di gestione per un anno. Capitalia si impegnerà «a garantire una presenza costante in acquisto a prezzi di mercato delle obbligazioni in questione», per assicurare trasparenza di prezzo anche ai titoli meno liquidi. I titoli così comprati verranno negoziati solo con controparti istituzionali esterne al gruppo. Capitalia spiega che questa operazione non è un riconoscimento di responsabilità, ma risponde alla volontà di tutelare la propria clientela. E le altre banche cosa intendono fare? Banca Intesa fa sapere che sono ancora in corso gli incontri con le associazioni di risparmiatori e consumatori per la creazione di un tavolo di conciliazione sulle controversie che possono interessare prodotti bancari e investimenti. Quanto a eventuali rimborsi, si fa sapere che «la soluzione adottata non sarà sul modello di Capitalia». Intesa proprio per evitare il ripetersi di casi come quello dei bond Cirio, ha deciso, poi, di non collocare o vendere presso investitori retail bond corporate che non siano accompagnati da un prospetto informativo e un rating. Unicredit ha creato una commissione guidata da Guido Rossi con l'obiettivo di valutare le situazioni di obbligazionisti Cirio in cui emerge la responsabilità dell'istituto. Più che soddisfatta l'Intesa dei consumatori per il piano salva-bond varato da Capitalia. «Speriamo che anche altre banche - afferma Lannutti presidente dell'Adusbef - possano scegliere questa strada per ristabilire il clima di fiducia compromesso irrimediabilmente da atteggiamenti non sempre ortodossi nella gestione del risparmio». Soddisfazione anche da Guido Cammarano, presidente di Assogestioni. «La proposta di Capitalia appare articolata in modo efficace e va nella direzione di ridare fiducia agli investitori».

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