Ulivo, nubi in vista se Prodi non dovesse candidarsi
Se a questo si aggiunge che il «Facciamoci del bene» di Nanni Moretti, da un calumet della pace da fumare assieme ai girotondi domenica, ieri ha assunto l'aspetto di una dissotterrata ascia di guerra con l'intervista al Corsera titolata «Il triciclo non mi piace», a sinistra non c'è da stare certo tranquilli. E le risposte che i leader ulivisti hanno provato a darsi in queste ore sono infatti all'insegna del «calma e gesso, non bisogna drammatizzare». In ogni caso urge una verifica diretta con il leader, proposta ieri da Fassino (nella foto) e anche da Marini, ed un confronto con Di Pietro dopo le pronunce della consulta sul referendum e lodo Schifani. Nell'attesa, niente di meglio che una giornata di incontri e colloqui per preparare i due appuntamenti di oggi (il vertice di tutti i leader sulla lista unitaria) e di sabato e domenica (l'assemblea dei girotondi con i partiti). Dopo il summit tra gli stati maggiori di Ds e Margherita, ieri Piero Fassino si è speso in una serie di colloqui per sondare se per caso Verdi e Pdci avessero cambiato idea sulla lista unica. Ma di fronte al nuovo «no, grazie» di Verdi e Pdci, a Fassino non è rimasto altro argomento che un invito a «mantenere comunque il massimo di unità possibile» in vista delle scadenze elettorali. Invito raccolto, tanto che Pecoraro, uscendo da Via nazionale, pur sconsigliando a Prodi di fare l'errore di candidarsi come leader «di un pezzo d'Ulivo», conferma che con lui i Verdi saranno sempre «alleati». E Diliberto si spinge anche oltre: «Se si candida o se non si candida ora, per noi il leader unico per il 2005 resta Prodi, senza se e senza ma». È evidente che, pur senza che nessuno dei due interessati lo ammetta, la sempre più probabile assenza di Prodi alle europee allontana le pur lontane ipotesi di un ampliamento della lista ad altre forze. Ed è pur vero l'argomento opposto, cioè che Prodi avrà gioco facile a spiegare il suo diniego a candidarsi in prima persona, con la opportunità di non mettersi alla testa di un solo pezzo di coalizione scontentando gli altri.