Tesauro: «Se resta così il nuovo sistema è solo specchio dell'analogico»
Quanto al decreto salva-reti varato dal consiglio dei ministri il 23 dicembre, nel suo intervento davanti alle commissioni Cultura e Trasporti di Montecitorio Tesauro ha sottolineato che «sembra andare nella giusta direzione», nel senso che accoglie una delle preoccupazioni segnalate dalla stessa Autorità, cioè «prevedere, nel momento in cui si ridetermina la base sulla quale calcolare la soglia del 20% dei canali irradiabili, l'effettiva ricezione da parte degli utenti del segnale televisivo digitale, anzichè la mera copertura». Tesauro non ha però risparmiato critiche al sistema delle frequenze. In particolare, ha detto, l'articolo 23 del ddl Gasparri «sostanzialmente assegna le frequenze agli attuali operatori televisivi in tecnica analogica, consentendo agli stessi di ottenere, a richiesta, «le licenze e le autorizzazioni per avviare le trasmissioni in tecnica digitale terrestre», e quindi «appare idoneo a cristallizzare ulteriormente l'attuale assetto duopolistico del settore, pregiudicando anche il futuro sviluppo della tecnica trasmissiva digitale». Inoltre «l'immediato ingresso nel mercato della televisione digitale viene precluso sia agli attuali operatori che, nonostante la titolarità di concessioni, di fatto non hanno potuto avviare l'effettivo esercizio della radiodiffusione, sia ai potenziali nuovi entranti». In questa prospettiva, per Tesauro il sistema delineato dal ddl appare «non conforme alla vigente normativa comunitaria» in materia di comunicazioni elettroniche. Per Cheli, invece, sul decreto legge salva-reti varato dal Consiglio dei Ministri il 23 dicembre, «occorrono precisazioni» sulle condizioni da verificare da parte dell'autorità per le comunicazioni, sui provvedimenti da adottare e sui tempi, ha sottolineato il presidente dell'Autorità, Enzo Cheli, uscendo dall'audizione in Commissione alla Camera. «Data la ristrettezza dei tempi posti dal decreto - ha detto Cheli - siamo già al lavoro. Siamo alle prime valutazioni: occorrono precisazioni sulle condizioni da verificare e sui provvedimenti da adottare», punti su cui il dl è «abbastanza generico». Critico anche il presidente della Fieg Montezemolo che ha sottolineato i tre punti già sottolineati dal capo dello Stato nel messaggio di rinvio del ddl Gasparri alle Camere: il digitale, il Sic e la pubblicità. «Se la nostra è una bocciatura?», ha detto Montezemolo rispondendo alle domande dei cronisti dopo l'audizione. «Si tratta di ragionare in termini molto sereni e costruttivi: non si può parlare di legge di sistema, se non tiene conto di tutte le componenti del sistema. Basta poco per portare questa legge a buoni livelli».