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I MAGISTRATI annunciano lo sciopero con un documento durissimo nei confronti del Governo.

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Si conclude così la lettera aperta inviata da Magistratura Democratica, la corrente di maggioranza delle toghe, ai colleghi magistrati. La protesta è diretta contro quella che nel documento viene definita come la «controriforma» dell'ordinamento giudiziario e anche la «riforma contro» i magistrati voluta dal governo e all'esame alla ripresa dell'aula del Senato con la possibilità di essere approvata entro gennaio. Md invita a cogliere l'occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, lunedì in Cassazione e sabato in tutte le Corti d'Appello, per «fare tutto il possibile per far comprendere e denunciare i gravi effetti che questa legge delega può produrre e per contrastare, e comunque impedire che la controriforma giunga alle sue estreme conseguenze». Per questo, torna la strada dello sciopero. «Opporsi alla controriforma dell'ordinamento giudiziario. Verso lo sciopero dei magistrati» è anche il titolo della lettera aperta di Md, che sottolinea come la delega all'esame del Senato «lungi dal costituire una risposta ai gravissimi problemi della giustizia», contenga «un attacco senza precedenti alla giurisdizione e alla stessa qualità della nostra democrazia». Nel giudizio sul confronto con il governo, l'esecutivo di Magistratura democratica osserva che l'Anm ha mostrato «grande responsabilità istituzionale», illustrando anche alle forze politiche e ai gruppi parlamentari sia «gli aspetti macroscopicamente peggiorativi del ddl» che le sue controproposte «per una reale modernizzazione della giustizia: dalla modifica delle valutazioni di professionalità, alla temporaneità delle funzioni, alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie». Da parte di governo e maggioranza, invece, secondo Md, non c'è stato «analogo atteggiamento, visto che le modifiche ad oggi apportate al testo nel corso del dibattito parlamentare sono state di scarsissimo rilievo, quasi che per dialogo si intenda unicamente l'ascolto delle opinioni altrui per poi totalmente ignorarle». Nel documento di Md si cita anche il discorso di Capodanno nel quale il presidente della Repubblica «ha richiamato la necessità che le riforme vengano approvate con il più ampio consenso. La risposta dei magistrati, secondo Md, dovrà dunque «continuare ad essere chiara ed univoca, nella denuncia, nella ricerca di ogni possibile alleanza, nell'opposizione intransigente ad un disegno pericoloso ed inutile». Tanto più che, anche dopo l'eventuale approvazione al Senato il ddl delega dovrà affrontare altri passaggi, alla Camera e poi con la stesura e l'approvazione dei decreti delegati. Scioccato dal documento è il vicepresidente del Senato Calderoli che scrive a Ciampi chiedendogli di leggere la lettera: «Presidente Ciampi, come presidente del Csm, deve prendersi la briga di leggere il documento di Magistratura democratica. Io ne sono rimasto scioccato e ritengo che esso non possa non essere valutato dall'organismo che lei presiede e che dovrebbe garantire la piena applicazione di quanto disposto dall'art.105 della Costituzione».

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